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Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2024

Titolo: ATTUALITÀ- Insegnare a imparare, imparare a insegnare

Autore: Silvia Colombini


Articolo:
24 gennaio Giornata Internazionale dell'Educazione
Per chi lo fa con amore, passione e competenza, l'insegnamento è il mestiere più bello del mondo, e anche il più importante. Già, perché si tratta di avere di fronte a sé il futuro e di cercare di dargli tutti gli strumenti possibili per realizzarsi nel migliore dei modi. Per questo nel 2018 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale dell'Educazione (International Day of Education), stabilendo come data per celebrarla il 24 gennaio. Viene riconosciuto così il ruolo fondamentale che svolge l'educazione per l'inclusione e per garantire a ogni essere vivente gli stessi diritti, non ultimo quello di ricevere un'istruzione adeguata. Spesso noi diamo per scontata la possibilità che abbiamo di frequentare una scuola, di imparare a leggere, a scrivere, quando invece in tante parti del mondo e per tanti bambini non è possibile. Basti pensare alle difficoltà che possono avere i bambini disabili anche nel nostro Paese dove, nonostante le leggi, spesso non ci sono insegnanti di sostegno, gli Istituti scolastici mancano di ausili adeguati e di strutture atti ad accogliere i ragazzi disabili, dove i pregiudizi sulla diversità, purtroppo, permangono ancora e le battaglie per fare rispettare diritti che dovrebbero essere ormai acquisiti non sono mai finite. Non a caso, il tema per questa sesta celebrazione è "learning for lasting peace": imparare per una pace duratura.
In questi ultimi anni il mondo, se da un lato progredisce, dall'altro ha visto un'esplosione di conflitti, violenza e un aumento di fenomeni di razzismo e discriminazione. Istruzione ed educazione hanno un compito molto importante: insegnare ai giovani il significato e il senso profondo della pace, l'unico valore che crea condizioni di vita che permettono a tutti di crescere insieme, nel rispetto delle diversità di ognuno. Ancora oggi in tutto il mondo 250 milioni di bambini e ragazzi non hanno la possibilità di andare a scuola e 763 milioni di adulti sono analfabeti. Dati molto preoccupanti perché significa privare tante persone di opportunità e tanti Paesi di progredire. Purtroppo, ancora oggi non esiste la consapevolezza di quanto studiare possa cambiare la vita e tante famiglie, per ignoranza, pigrizia o perché stanche di combattere per i propri bambini senza ottenere risultati, preferiscono rinunciare. Una situazione che conoscono bene i genitori di bambini disabili anche in Italia, dove pare che almeno il 40% di loro nel 2023 si sia trovato in classe senza operatori e assistenti che dovrebbero essere previsti e, invece, non sempre sono garantiti. Le norme esistono, ma nessuno le applica e la burocrazia imperante peggiora la situazione. Così, dopo un estenuante bussare alle porte di presidi, istituzioni locali, Comuni e Province, le famiglie si arrendono all'impossibilità di poter garantire ai loro figli un percorso scolastico inclusivo efficace. E, nonostante nuove leggi e nuovi stanziamenti, il problema si ripete ogni anno alla ripresa della scuola. Per tanti ragazzi che attendono con entusiasmo, trepidazione, emozione l'inizio dell'anno scolastico, tanti altri si avvicinano al momento con rassegnazione e fatica, sapendo che, oltre alle difficoltà che ogni alunno può incontrare a scuola, loro dovranno affrontare ostacoli che esulano dal dover imparare. Lo stesso accade agli insegnanti, alcuni dei quali si dedicano con tutto il cuore alla loro professione, ma che spesso non possono svolgerla al meglio proprio per le barriere che si trovano davanti. Le carenze strutturali della scuola pubblica sono, purtroppo, protagoniste di episodi odiosi di razzismo ed esclusione per ragazzi con difficoltà di diverso tipo. Così, il tema di quest'anno della Giornata Internazionale per l'Educazione, imparare per una pace duratura, può sembrare un obiettivo ambizioso e irraggiungibile quando, ogni giorno, non si finisce mai di combattere anche solo per vedere riconosciuti diritti sanciti dalla legge. Certo, esistono Paesi dove la situazione è peggiore. Basta nascere donna: in diverse parti del mondo l'accesso all'istruzione femminile è ancora negato e, secondo i dati delle Nazioni Unite, è precluso ancora a 130 milioni di ragazze. Cultura patriarcale, povertà, instabilità economica, guerre impediscono alle fasce più deboli, e tra queste anche la popolazione femminile, di ricevere un'educazione scolastica. Studiare, invece, è un percorso fondamentale non solo per la propria crescita, ma anche per quella del contesto sociale in cui ci si trova. Una società può diventare più equa e giusta solo se al suo interno ogni individuo, di qualsiasi sesso genere razza, abile e disabile, ha la possibilità di imparare e di sviluppare il proprio potenziale. Negli anni, le Nazioni Unite hanno redatto articoli e dichiarazioni su questo tema, fino all'Agenda 2030 nella quale vengono stabiliti gli obiettivi concreti di sviluppo sostenibile per quella data. Tra gli altri, quello di garantire l'accesso equo all'istruzione e di eliminare le disparità di genere e quelle a svantaggio delle categorie protette. Concetti importanti e condivisibili che dovremmo riuscire a fare nostri e a trasmettere ai nostri figli. Quando sei giovane il futuro è un pianeta lontanissimo e, spesso, i ragazzi non possono e non riescono a guardare in un tempo che non è il loro. Oltre a insegnare loro a imparare, dobbiamo tutti imparare a insegnare. Fermarci un attimo e considerare che studio, conoscenza, cultura sono una linfa che nutre e che aiuta a crescere, permettendo di diventare una persona libera e autonoma e di scegliere. Solo avendo ben presente il valore degli insegnamenti che dobbiamo trasmettere, oltre alle nozioni, possiamo celebrare il 24 gennaio come un giorno capace di cambiare il futuro di tutti noi.



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