Numero 1 del 2024
Titolo: SOSTEGNO PSICOLOGICO- L'obiettivo della psicoeducazione
Autore: Nadia Massimiano
Articolo:
Si sente molto spesso parlare di psicoeducazione, ma non sempre si comprende esattamente di che cosa si tratti e soprattutto quando e come sarebbe importante e vantaggioso utilizzarla.
Con psicoeducazione s'intende l'atto di informare una persona circa una condizione che provoca stress psicologico. Ma informare in che senso? E di quali tipi di condizioni parliamo? Si è iniziato a parlare di psicoeducazione negli anni 80, nell'ambito della salute mentale, quando si è riconosciuta la necessità di fornire ai pazienti con disturbi psichici, e alle persone a loro vicine, tutte le informazioni che potessero rendere comprensibile qualcosa di tecnico e scientifico, le motivazioni e le logiche che hanno condotto a formulare una diagnosi, ma soprattutto tutto ciò che esiste al di là del sintomo, tutto quello che non si può vedere, sia in termini di processi e di condizioni, appunto, che determinano uno specifico comportamento o sintomo, ma anche tutto il bagaglio emotivo che si cela dietro a quello stesso modo di fare di essere e di pensare. Si tratta di un vero e proprio intervento che coinvolge, non solo la persona che esperisce una sofferenza, ma tutto il nucleo del quale fa parte, in particolare quello familiare, riconoscendone la complessità, l'unicità e le sue caratteristiche. Questo intervento avvalora il significato della consapevolezza, della dignità del paziente e la lontananza da una concezione del sapere medico e della medicalizzazione assoluta della sofferenza umana, dell'impatto che essa ha sulla qualità della vita, sulle relazioni, sulle dinamiche affettive, sulle abitudini di vita e sull'autostima. La psicoeducazione, in questi decenni, si è rivelata davvero molto utile per migliorare la coscienza, la responsabilità, l'adesione ai trattamenti, la prevenzione, il miglioramento del benessere globale, del funzionamento sociale e della gestione delle emozioni e della frustrazione. Fare psicoeducazione non vuol dire soltanto informare in termini comprensibili ai non addetti ai lavori circa il disturbo, i sintomi, la terapia e la prognosi, ma significa soprattutto rendere la persona partecipe attiva della sua stessa condizione, della sua peculiarità e di come poterla integrare nella propria esistenza, in una maniera adeguata e non disturbante, proattiva e non stigmatizzante.
Oggi assistiamo ad una importantissima evoluzione del concetto di psicoeducazione e sul senso dell'utilizzo di questo strumento che diventa comunicazione, coinvolgimento e relazione. La psicoeducazione non viene utilizzata soltanto strettamente correlata alla psicopatologia, abbandona infatti il significato di malattia e di paziente, ma diventa parte integrante di un complesso apparato di cura del sé, che persegue l'obiettivo di rendere il benessere psicologico una esigenza ed una priorità. È possibile ed è consigliabile ricorrere alla psicoeducazione in una molteplice varietà di contesti, vale a dire, tutte quelle condizioni e circostanze della vita nelle quali la mancata, o non approfondita, conoscenza delle situazioni che stanno mettendo alla prova l'individuo, o nelle quali egli non si sente in grado di gestire le proprie emozioni, stanno condizionando la qualità di vita della persona e ne determinano disagio e sofferenza, e lo stesso vale se, ad esserne coinvolta direttamente o indirettamente, è una persona cara. Il significato che muove questa modalità consapevole di rivolgersi alle difficoltà è dettato dalla certezza che, quanto più una persona è in grado di comprendere quello che vive, quanto più lucidamente e chiaramente è in grado di guardare alle situazioni, tanto più sarà nelle condizioni di fare delle scelte adeguate e di gestire il proprio comportamento, le proprie relazioni, la propria libertà e di costruire la propria realizzazione personale, seguendo ed inseguendo i propri desideri e non condizionata dalle limitazioni delle quali sente di essere prigioniera. Una persona consapevole è una persona libera, anche di farsi sostenere e di sostenere, di farsi accompagnare e di accompagnare, di farsi amare e di amare, è una persona che non ha timore delle barriere, che investe ogni giorno nel superamento dei propri imiti e nel miglioramento del proprio benessere e di quello degli altri.