Numero 3 del 2024
Titolo: ATTUALITÀ- Ad occhi chiusi nel Pantheon
Autore: Alessio Tommasoli
Articolo:
Quando l'eccezionale diventa (finalmente) quotidiano
Un giorno che duri tutti i giorni dell'anno: è questo quello che si ripete nel corso della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità, ogni 3 dicembre. Uno slogan che, però, spenti i riflettori, tende a perdersi nel fluire del tempo, avvicinandosi all'oblio man mano che ci si allontana dalla Giornata di celebrazione.
Ma quest'anno qualcosa è cambiato, perché alcune iniziative realizzate appositamente per il 3 dicembre sono davvero uscite dall’eccezionalità, protratte per tutto l'anno e anche oltre, rendendosi quotidiane.
È il caso di "Ad occhi chiusi, il Pantheon attraverso i sensi", un evento creato nell’ambito delle attività sottoscritte nell’Accordo di valorizzazione tra il Pantheon - Direzione Musei statali della città di Roma e l'Istituto S. Alessio - Margherita di Savoia: nate come visite guidate speciali per diverse abilità sensoriali da realizzarsi nella Giornata per i diritti delle persone disabili, sono diventate oggi visite guidate sensoriali per tutti, una volta al mese. "Una iniziativa pensata per i disabili della vista", spiega infatti la direttrice del Museo del Pantheon Gabriella Musto, "ma aperta a tutte le persone che siano interessate alla scoperta di un modo unico di percepire sensorialmente quello che è uno dei monumenti più antichi meglio conservati dell’umanità".
Un'esperienza di accessibilità, quindi, che va oltre l'esigenza dell’inclusione, partendo dalla consapevolezza che un luogo di cultura come il Pantheon fa parte dell'abitare stesso di una comunità, quella umana. Dopotutto è proprio questo il senso che sta alla base dell'istituzione di un monumento a patrimonio dell'umanità.
Ecco un'altra occasione, allora, per costruire un pezzo di quella che, come spesso ripetiamo da queste pagine, rappresenta una vera comunità accessibile, fatta di vedenti e non vedenti che si confrontano e si scambiano i ruoli, imparando a percepire il mondo nel mondo in cui lo percepisce l'altro, in un arricchimento reciproco che è linfa vitale per la società.
E infatti, tra le mastodontiche colonne del portico del Pantheon, ci siamo tutti, ciechi, ipovedenti e normovedenti: tutti attorno a Manuel Ruta Florio, che guida lo era un tempo, prima di passare a un livello dirigenziale del Pantheon, ma che, per nostalgia e passione inesaurita, torna ad esserlo in questo sabato speciale che si ripete una volta al mese. È proprio l'entusiasmo con cui trasmette i suoi racconti a dare un calore vivo anche al freddo marmo che tocchiamo con le nostre mani, quello delle colonne esterne, la cui antichità mette i brividi pensando che furono erette in epoca augustea esattamente 2000 anni fa. E poco importa se le travi sul soffitto del portico, al contrario, non siano più quelle originali in bronzo, perché c'è un aneddoto dietro che ne compensa l'assenza: quello del "Pasquino", la celeberrima statua romana parlante che dà voce al popolo, denunciando e schernendo i potenti, come fece per l'appunto contro il papa Urbano VIII Barberini, quando decise di sostituire le travi originali con altre in legno per usare il bronzo in altre costruzioni papali, ricevendo una delle pasquinate più famose, "quel che non fecero i barbari lo fecero i Barberini".
Storie di popolo e potenti che si consumano nei secoli sotto le spalle grandiose del Pantheon, come quel giorno, poche settimane fa, in cui Elon Musk ha preteso di salire sulla cima della cupola, là dove solitamente l'accesso è consentito solo ai pompieri che gettano petali di rose dal foro centrale durante il natale di Roma, e, esterrefatto dal panorama, ha rischiato di precipitare nel foro della cupola, cadendo in un vuoto da cui nemmeno la sua intelligenza artificiale lo avrebbe potuto salvare. Come non ha potuto nemmeno l'arte di Raffaello con le sue spoglie mortali, qui sepolte alla sua morte, nel 1520: ritrovate in condizioni drammatiche da alcuni scavi ottocenteschi, dentro una bara deturpata dalle acque del Tevere. D'altronde, anche se oggi la sua tomba è uno degli angoli più straordinari del Pantheon, i monumenti, come l'arte e l'architettura, non guardano in faccia il singolo, ma l'umanità: ecco perché, camminando tra le navate del Pantheon, piedi e bastoni bianchi calpestano i bassorilievi intarsiati sul pavimento ad indicare una sepoltura, ricordandoci che, ricchi o poveri, di fronte alla morte e all'immortalità della Storia siamo tutti uguali.
Storie, storie e ancora storie che compongono la grande Storia umana saziando l'udito del visitatore, il secondo dei sensi stimolati dalla visita. Prima di arrivare a un terzo, inaspettato, che forse potremmo far rientrare nel tatto, ma tatto non è, perché non stiamo toccando ma veniamo toccati, sulla pelle, dalle correnti d'aria che si creano all'interno della cupola, tra l'immensa porta spalancata e il foro centrale, in una magia che lambisce fisicamente il visitatore, tanto che, se vede anche un minimo, gli viene spontaneo chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da quella brezza senza origine.
Ma la magia esiste finché qualcuno crede. E le prime a crederci, qui al Pantheon, sono proprio le persone che ci lavorano, come la nostra guida speciale, Manuel Ruta Florio: "L’idea alla base di queste visite non è solo stabilire un approccio diverso rispetto ai tour tradizionali, ma creare un percorso di visita guidata all’interno del portico e della rotonda per orientare il visitatore nello spazio e nel tempo, stabilendo una serie di tappe in posizioni strategiche".
E la magia, se qualcuno ci crede veramente, si diffonde in maniera naturale: "Sono rimasto colpito dall’estremo interesse e dalla curiosità che i partecipanti hanno mostrato nel percepire la fondamentale importanza materica dell’edificio", spiega ancora Ruta Florio, "il contatto tattile con i diversi materiali utilizzati, molti ancora originali, si è rivelato fondamentale per la comprensione approfondita di un monumento che racconta la sua storia soprattutto attraverso le sue caratteristiche architettoniche, sia in termini di dimensioni che di varietà di materiali utilizzati".
E quando si diffonde, la magia non si ferma più: "Credo che un approccio di questo tipo sia utilissimo anche per ripensare le visite tradizionali", continua Ruta Florio, "troppo dipendenti dalla mera percezione visiva che, in un edificio del genere, finisce per "distrarre" il visitatore dal contatto diretto con aspetti fondamentali che non riguardano solo il tatto, ma anche altre esperienze sensoriali; penso alla circolazione delle correnti d’aria o, nel periodo tardo primaverile ed estivo, alla presenza del sole all’interno della Rotonda: altri elementi utilissimi per la comprensione di un edificio che ancora oggi, dopo 2000 anni, continua a sbalordire". Anche chi ha visto tutto, come Elon Musk.