Numero 1 del 2025
Titolo: ATTUALITÀ- Movimento scout e inclusione
Autore: Alberto Belloni
Articolo:
Alberto Belloni Capo Scout Associazione Italiana Guide e Scout Cattolici d'Europa
Dalla sua nascita nel 24 gennaio 1908 ad oggi in costante evoluzione
È importante iniziare questo articolo evidenziando le opportunità che lo scoutismo offre come metodo formativo anche per i ragazzi disabili, ricordando che già nel lontano 1927 BP, soprannome affettuoso con cui gli scout chiamano il fondatore Lord Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, aveva già cominciato a inserirli nel movimento scout. A loro erano dedicati programmi che gli incentivavano a lavorare attivamente per aiutarli a sviluppare nuove energie e nuove speranze.
L'esperienza di unità per persone con disabilità si consolida poi nel 1936 in Svizzera, dove in occasione di una conferenza internazionale questo modo di fare scautismo prende il nome di MT "Malgré Tout". In Italia, lo scoutismo MT si rafforza nel 1947: in molte città nascono così unità per persone non vedenti, successivamente per audiolesi, persone con paralisi cerebrale infantile, ecc.
Negli anni '70, parallelamente alla scuola, lo scoutismo riconosce che questa modalità di offerta può risultare emarginante. Pertanto, comincia un'integrazione completa delle persone con disabilità nelle unità scout.
Sin dalle sue origini, la proposta della Associazione Italiana Guide e Scout Cattolici d'Europa è caratterizzata da una ricchezza di valori e da un metodo educativo che, puntando sulla fiducia verso l'individuo, lo educa in base alle sue capacità. Questa peculiarità risulta essere particolarmente apprezzata dalle famiglie, soprattutto quelle con ragazzi con disabilità.
Dal 2015, l'Associazione ha deciso di potenziare il suo impegno per l'inclusione attraverso la creazione di una "pattuglia" (Pattuglia Scautismo e Disabilità) con l'obiettivo di stimolare la riflessione metodologica e supportare i capi nell'inserimento dei ragazzi con disabilità nelle diverse unità, consapevoli dell'importanza formativa ed educativa del metodo scout.
L'obiettivo del lavoro della pattuglia è stato soprattutto portare, all'interno delle norme, l'esperienza pratica "sul campo" di chi ha lavorato con ragazze e ragazzi con disabilità, traducendola in azioni pratiche e comportamenti da attuare. Già dal 2020 il Consiglio Nazionale ha recepito il lavoro svolto dalla pattuglia, avallandone l'apporto all'Associazione, e approvando la modifica alle Norme Direttive per la parte specifica all'inclusione.
La nostra pattuglia opera in coordinamento con l'azione del Servizio per la pastorale dei disabili della Cei condividendone finalità ed obiettivi nella consapevolezza che “generare e sostenere comunità inclusive significa eliminare ogni discriminazione e soddisfare concretamente l'esigenza di ogni persona di sentirsi riconosciuta e di sentirsi parte”, come dice Papa Francesco.
I dati dell'Associazione
I risultati della ricerca sulla presenza di ragazze e ragazzi con disabilità nella nostra Associazione, condotta all'inizio del 2024 su un campione statisticamente significativo, confermano i dati delle precedenti rilevazioni. È emerso che almeno il 75% dei Gruppi include almeno un ragazzo o una ragazza con disabilità. I numeri sono significativi: la percentuale di iscritti con disabilità certificata all'interno della nostra Associazione è pari al 2,2%, equivalente a circa 450 soci.
La disabilità intellettiva-relazionale rimane prevalente, con valori decisamente significativi. A tal fine, la pattuglia sta sviluppando anche supporti basati sui principi della comunicazione aumentativa, con l'obiettivo di fornire strumenti operativi ai propri capi e permettere ai ragazzi con disabilità di vivere pienamente l'esperienza dello scautismo.