Numero 1 del 2025
Titolo: ATTIVITA' INTERNAZIONALI- Kenya - Appunti di viaggio
Autore: Giorgio Ricci
Articolo:
Cooperazione internazionale
Domenica 15 settembre 2024, l'alba è ancora lontana, sono le 3, le ultime cose in valigia, ma come sempre il mio bagaglio è ben oltre le necessità e supererà sicuramente i 20 chilogrammi. Eppure resterò solo pochi giorni laggiù in Kenya. Sulla linea dell'equatore bastano pochi abiti leggeri, un paio di scarpe in più, perché ancora piove un po'. Quando piove molto, la terra rossa d'Africa diventa molto fangosa e la scarpa adatta fa davvero la differenza.
Un taxi mi attende sotto l'hotel, busso al finestrino dell'auto e solo dopo alcuni secondi scende il tassista, forse si era un po' assopito, in fondo sono le 3,30.
Il taxi corre veloce, attraversa parte del centro della splendida Torino barocca e un po' magica; conosciuta anche per essere la città della magia e dell'esoterismo, qualche strana sensazione la trasmette, specie a quest'ora della notte e nessuno in strada.
Penso a qualche ora prima, passata con cari amici e alle due giornate di convegno su ipovisione e prevenzione, dove ho incontrato tanta bella gente e tanta professionalità, dove ancora di più ho ben compreso quanto UICI e IAPB insieme, possono fare per mettere insieme tante competenze; ma penso anche che in questi ultimi anni molto si è fatto e si sta facendo.
Il mio volo è il primo a partire, direzione Parigi, come per tante altre volte transito dall'aeroporto Charles de Gaulle che non è certo tra i più efficienti con i suoi terminal non proprio ben collegati tra loro, ma basta però non dirlo ai francesi.
Dopo poche ore, cominciamo a sorvolare territori inquieti. I monitor a disposizione dei viaggiatori permettono di avere l'esatta posizione dell'areo e questo un po' mi ha sempre affascinato; geografia e geopolitica sono da sempre un po' una mia nascosta passione.
Come quasi sempre i voli provenienti dall'Europa e diretti lungo il Mar Rosso, transitano su Alessandria d'Egitto. Come non pensare al primo Faro della storia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Per secoli è stato la guida delle antiche civiltà del Mediterraneo con la sua luce così intensa e visibile sia di giorno che di notte.
Ecco l'inizio del canale di Suez e i confini tra Egitto e Israele con la striscia di Gaza. Sofferenze estreme e decine di migliaia di morti, metà dei quali bambini e adolescenti e tutto ormai distrutto, compresa la speranza. Veramente assurdo.
Lì accanto il Libano, qualche decennio fa era la Svizzera del Medio Oriente, la Siria, meraviglioso paese ormai distrutto e 6 milioni di profughi fuggiti. Kurdistan, Iraq chiudono al momento gli orrori. Continuando a non capire quanto la stupidità dell'uomo e gli interessi di pochi, nel silenzio dei potenti e della grande Politica, stiano distruggendo la più grande storia di civiltà.
Dolcemente il Mediterraneo si allontana e inizia l'attraversamento del Mar Rosso fino in Arabia Saudita e poche decine di minuti dalla Mecca, cuore dell'Islam. Solo un paio di anni fa non era necessario arrivare su questa sponda per chi volava verso i paesi del Corno d'Africa. Dopo i numerosi colpi di stato militari, il volo sopra l'immenso Sudan è inibito. Ormai tutto l'infinito Sahara e forse tra poco, fino all'Atlantico, nuove forme di governo o meglio dire di dittature si stanno imponendo e purtroppo illudendo i popoli, sempre più stremati e in povertà, dove il deserto si estende sempre di più. In queste latitudini il cambiamento climatico fa già la differenza tra vivere e sopravvivere, ma anche tra vivere e morire.
Inizia il rientro verso il Corno d'Africa, con la bella e cara Eritrea, paese che ho frequentato per oltre 10 anni con un progetto in favore dei bambini cardiopatici. Molto vicino all'Italia da molti punti di vista, dove tante persone parlano un perfetto italiano. Ma ancora prima, diviso dalle Isole Dhalak, decine e decine di veri e propri atolli, un pezzo di Caraibi a sud del Mar Rosso, ecco il martoriato Yemen. Qualche anno fa ho avuto la fortuna di visitarne una piccola parte. Mi è rimasta nel cuore Sana'a, la capitale; una delle città più antiche del mondo. Le splendide torri dipinte e nomi biblici, Noè, regina di Saba, Salomone, la rendono ancora più affascinante. Ricordo molto bene l'intera giornata passata da solo nel cuore della città, lungo le stradine del grande Suq. Il tempo sembrava fermo a 1000 anni prima e tutto appariva vero e nessun segno di modernità e occidente. Oggi quello splendore è stato irrimediabilmente danneggiato dai pesanti bombardamenti.
Tra non molto la popolosa Etiopia, con i suoi 130 milioni di abitanti ancora non uscita dalla cruenta guerra civile nel Tigray, con le sue atrocità. Non lontano, la quasi terminata costruzione della Grande diga sul Nilo, detta anche diga del millennio, tra le più grandi al mondo e a pochi chilometri dal Sudan; porterà sicuramente altre gravi tensioni che probabilmente si estenderanno anche ad altri paesi, a partire dall'Egitto, dove il Nilo è tutto navigabile fino al Mediterraneo. Senza il Nilo l'Egitto che conosciamo non esisterebbe.
Dopo 2 ore ecco laggiù Nairobi, oggi una moderna città con molte contraddizioni, a cominciare da Kibera, la più grande baraccopoli d'Africa con i suoi oltre 2 milioni di disperati
La missione che sta iniziando è inserita nel contesto del progetto, "La Toscana contro la cecità in Africa", progetto condiviso con l'Organizzazione mondiale della sanità e il Ministero della sanità del Kenya. L'obiettivo è la realizzazione di un polo di riferimento di Oftalmologia pediatrica ad Eldoret, capoluogo della Rift Valley che avrà competenza su una popolazione di circa 25 milioni di abitanti, compreso parte dell'Uganda, Sud Sudan ed Etiopia meridionale. OMS ha assegnato a IAPB della Toscana l'importante ruolo della formazione del personale sanitario, compreso quello di comunità.
Esco dall'aeroporto, Nairobi la sera e la notte è tutt'altro che calda. Le temperature scendono molto. La città, così come tutti i paesi intorno alla Rift Valley, sono tutti su un immenso altopiano, con alte montagne e laghi, dove l'altezza media è oltre 1500 metri.
Mi devo incontrare con Mary, la coordinatrice di una delle Associazioni partner, mi attende davanti al Safari center, dove una folla di turisti sta attendendo i transfer. Eccola, ci sediamo in un caffè per riscaldarci un po' e dobbiamo attendere il volo che porterà gli amici sanitari dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Parliamo del giorno dopo e del viaggio che ci porterà nella contea di Baringo a circa 10 ore di auto a nord, del programma che avevamo già concordato nei giorni precedenti. Lei è molto simpatica, sorride e ride molto e mi racconta anche un po' di lei.
Ecco Jacopo, Valeria e Tommaso uscire dall'aeroporto. Insieme saliamo in auto per andare finalmente a riposare alcune ore. Domani sveglia alle 6!
Veloce colazione, si parte. Un venticello molto fresco ci consiglia di coprirci un po' di più di quanto avevamo immaginato. Dopo circa 100 chilometri, lungo l'autostrada che collega Nairobi all'Uganda, sulla sinistra inizia un paesaggio stupendo. La Rift Valley, culla dell'Umanità, immensa spaccatura della crosta terrestre, uno sconvolgente e potente strappo, con i due lembi che si separano centinaia di chilometri uno dall'altro, formando montagne, laghi, vulcani, Kilimanjaro, Monte Kenya, Dancalia, lago Vittoria, lago Alberto, ovvero i 2 laghi da dove nasce il Nilo che dopo quasi 7000 chilometri si getta nel Mediterraneo.
Nel tardo pomeriggio arriviamo in un luogo un po' giungla, un po' savana, raggiunto dopo un lungo attraversamento di impervie strade sterrate e sassose, attraversando corsi d'acqua e canyon. Ad accoglierci accanto ad una casetta ai bordi di una foresta, alcune sorridenti suore, ci abbracciano e ci fanno sentire un po' dei Re Magi su fuoristrada. Ci assegnano una stanza ciascuno. Piccole casette nel folto bosco. Che dignitosa povertà!
È ormai buio assoluto; all'equatore il sole e la luce se ne vanno in un batter d'ali. Un pasto leggero, fatto di poche cose, sapori diversi e anche nuovi. Poche cose, fagioli, verdure, miele, insomma una vera dieta con prodotti genuini e un gran beneficio per la salute. Una battuta tra noi; gli effetti positivi della povertà. Ci farà bene restare qui alcuni giorni.
Prima di tornare nella nostra piccola casetta, un veloce programma per il giorno dopo e un good night pieno di sorrisi.
Siamo venuti in questo remoto luogo per formare personale locale ad effettuare screening visivi sui bambini. Jacopo e Valeria, i nostri ortottisti del Meyer di Firenze, insegneranno la Schiascopia o retinoscopia, tecnica fondamentale e precisa per identificare i difetti di refrazione, l'ambliopia, fornendo anche altre informazioni utili sulla salute visiva del bambino.
Il programma prevede la visita in alcune scuole e dispensari. Il primo giorno, dopo qualche decina di minuti, attraversando un sentiero sassoso costeggiato di cactus e acacie, si arriva in una vasta radura. Ad attenderci un numero incredibile di piccoli bambini, alunni della scuola. Ci accolgono con ritmici canti, battito sincrono delle mani. Che emozione ci stanno regalando! Molti di loro, percorrono anche un'ora di sentiero per arrivare a scuola. Hanno occhi talmente luminosi e belli, sembra difficile abbiano problemi, ti viene da pensare.
In questa scuola ci sono 450 bambini della primaria. Un breve corso introduttivo rivolto agli insegnanti e alcune decine di bambini da visitare. Iniziano le visite e la suora ortottista si entusiasma della nuova tecnica che non conosceva; questo entusiasma anche i nostri ortottisti. Nel pomeriggio visitiamo un'altra scuola e altre il giorno successivo. Quasi 2000 bambini in 4 scuole in mezzo alla giungla savana.
L'ultimo giorno, scorta di acqua e qualcosa da mangiare e partenza per un lontano villaggio a bordo di una vecchia ma ancora efficiente ambulanza. Solite strade sterrate e questa volta ancora più impervie, Arriviamo in un piccolissimo dispensario, dove parte delle visite vengono effettuate all'esterno sotto un capiente albero. In Africa gli alberi sono più vitali che nel resto del mondo. L'albero è testimone delle vite dei villaggi. Sotto gli alberi si svolge tutta la vita sociale delle remote comunità. Nascite, matrimoni, riunioni, feste, cerimonie funebri e tanto altro.
Quattro giorni sono trascorsi e hai la sensazione di essere lì da molto tempo. In poche ore hai capito molte cose, hai capito ancora meglio quello che sai da tempo, ovvero che è possibile fare molto e che basta poco per cambiare la vita di molti bambini, ma anche degli adulti.
In Africa e nei paesi a bassissimo reddito, sappiamo che l'80% delle cause d cecità, sarebbero prevenibili, evitabili e curabili, a cominciare dalla cataratta, causa del 50% di cecità curabile. Ma anche individuare i difetti refrattivi di un bambino, prevenirne l'Ambliopia e un occhialino da pochi euro, possono cambiare il percorso della sua vita, cominciando ad andare a scuola. Spesso i bambini con importanti difetti refrattivi non vanno a scuola con tutto quello che ne consegue per l'adulto di domani.
L'Africa è anche questa.
I nostri medici, ortottisti, infermieri volontari, questo lo sanno bene. Talmente bene che non vedono l'ora di ritornare.
Questo nostro progetto è condiviso con OMS e Ministero della sanità del Kenya, progetto di alto valore in ambito di cooperazione, ma senza il nostro meraviglioso personale sanitario volontario non sarebbe possibile.
La missione è finita, entro i prossimi mesi altre due sono in programma.
Mentre torniamo a Nairobi, siamo più silenziosi e un po' di malinconia entra dentro di noi. Il rientro ci permette di osservare un bellissimo tramonto equatoriale, siamo transitati da poco sulla linea esatta dell'Equatore. Questa volta sulla destra cominciamo a vedere una delle più grandi spaccature della Rift Valley, un enorme infinito canyon e il sole di un rosso impossibile da descrivere.
Che meraviglia questo paese. Uno dei paesi a più alto indice turistico, Oceano, montagne, foreste, parchi e safari, grandi laghi e molto ancora. Eppure molto di questo paese è Africa povera e poverissima, come lo è tutto il nord del Kenya e quasi tutto il continente Africano.
Forse sai anche perché. Ma alla fine eviti di porti troppe domande. Sai di tornare per quei bambini che ti hanno accolto con il sorriso e il suono ritmico delle mani e gli occhi luminosi e belli.
A presto!