Numero 4 del 2025
Titolo: ATTUALITÀ - L'inclusione nelle missioni spaziali
Autore: Alessio Tommasoli
Articolo:
Il primo astronauta con disabilità pronto a partire per lo spazio
Il 12 aprile del 1961, Jurij Gagarin diventava il primo uomo a superare l'atmosfera terrestre per raggiungere lo spazio. Quello stesso spazio nel quale, esattamente venti anni dopo, il 12 aprile del 1981, veniva lanciato il primo Space Shuttle. Due eventi storici per il progresso umano che bastano ad istituire la data del 12 aprile come la Giornata Internazionale dei viaggi dell'Uomo nello spazio.
Anche se, forse, in realtà, si tratta di un solo, unico e lunghissimo viaggio, fatto di tappe che allargano sempre di più il limite del progresso umano. E non solo in ambito tecnologico.
Lo testimonia il via libera per le missioni spaziali di lunga durata dato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) a John McFall, ex campione paralimpico e chirurgo ortopedico britannico.
Grazie alla certificazione medica della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), McFall è ufficialmente pronto per il volo, dimostrando che la disabilità non è un ostacolo, nemmeno all'esplorazione spaziale.
Il percorso che ha portato a questo risultato ha avuto inizio nel 2020 con uno studio di fattibilità all'interno del progetto innovativo chiamato "Fly!": un'iniziativa dell'ESA volta a valutare la possibilità di inviare nello spazio persone con disabilità. Dopo una fase di analisi preliminare, nel 2021 sono stati individuati tre tipi di disabilità potenzialmente compatibili con le missioni spaziali: bassa statura, arti inferiori di lunghezza differente e l'assenza di una gamba.
A novembre dello stesso anno, McFall è stato selezionato come candidato ideale. Con la sua esperienza come chirurgo ortopedico e atleta paralimpico, si è dimostrato essere il soggetto perfetto per testare le capacità di un astronauta con disabilità in un ambiente spaziale. Per due anni, il programma ha analizzato le sfide e le soluzioni necessarie per garantire la sua idoneità al volo, concludendosi nel 2024 senza riscontrare impedimenti significativi alla sua partecipazione.
Una volta completato questo studio, si è aperta poi una nuova fase: la preparazione operativa di McFall per una missione spaziale vera e propria. Gli ambiti su cui si è concentrata l'attenzione sono stati tre: il perfezionamento dell'addestramento, l'adattamento delle procedure per l'ambiente spaziale e la certificazione ufficiale per il volo. Quest'ultimo passaggio si è concluso con successo, ottenendo l'approvazione della commissione medica dell'ISS, composta da esperti delle principali agenzie spaziali internazionali.
Grazie a questa certificazione, McFall non solo potrà partecipare a missioni spaziali, ma sarà anche autorizzato a soggiornare per oltre 30 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il suo viaggio rappresenterà un momento rivoluzionario per l'inclusione nelle missioni spaziali, aprendo nuove prospettive per le future generazioni di astronauti con disabilità. Un progetto, questo sviluppato dall'ESA, che dimostra come neppure lo spazio, il luogo più lontano dalla terra, può sottrarsi alla certezza che la disabilità non è una condizione oggettiva, ma il risultato dell'interazione tra l'individuo e un ambiente non inclusivo. E in questo mese che vede la celebrazione della giornata mondiale dello spazio, non scopriamo soltanto le potenzialità inclusive di un ambiente tanto distante dalla mostra quotidianità, ma ci rendiamo conto, sempre di più, di come non ci sia limite alla ridefinizione dei confini dell'esplorazione umana.