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Corriere dei Ciechi

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Numero 4 del 2025

Titolo: ATTIVITÀ INTERNAZIONALI - Essere disabili visivi all'estero: la Spagna

Autore: Pere Ribes


Articolo:
Un podcast per raccontare la vita quotidiana, tra inclusione, accessibilità e grado di cultura della disabilità
Pere Ribes è uno studente di giornalismo di Barcellona, cieco, che cura un Podcast dal titolo "A ulls clucs" (A occhi chiusi) che si occupa di raccontare la condizione reale delle persone con disabilità visiva nei vari paesi del mondo, la loro vita quotidiana, tra inclusione, accessibilità e grado di cultura della disabilità che caratterizzano le società in cui vivono.
Gli abbiamo chiesto di fare per noi un quadro del primo paese europeo di cui ha trattato, il suo: la Spagna.

Siamo in Spagna, il paese del flamenco e della paella. Oltre ai suoi splendidi paesaggi e alle sue affascinanti città, la Spagna conta 48.946.035 abitanti, di cui circa un milione soffre di disabilità visiva. Il loro punto di riferimento è l'Organizzazione Nazionale dei Ciechi Spagnoli (ONCE), un'istituzione che tutela i diritti e l'inclusione sociale delle persone con disabilità visiva.

Un po' di Storia
Come è successo in molti altri paesi, in Spagna le persone cieche hanno dipeso per molti anni dalla cura della famiglia e dalla carità sociale. Fu solo nel 1932 che vennero create le prime organizzazioni ufficiali rivolte alle persone cieche. Si trattava di sindacati che operavano su scala locale e che cercavano di ottenere qualche guadagno economico promuovendo la creazione di piccole lotterie e riffe.
Nel 1938, mentre il paese era coinvolto nella guerra civile, il governo insorto di Francisco Franco offrì una pensione giornaliera alle persone cieche. Tuttavia, i sindacati la rifiutarono, poiché consideravano il lavoro un elemento imprescindibile per raggiungere l'inclusione sociale delle persone non vedenti. Di conseguenza, il 13 dicembre 1938, il governo permise la creazione dell'Organizzazione Nazionale dei Ciechi (ONCE).
La Guerra Civile Spagnola si concluse nell'aprile del 1939 con la vittoria del fronte insorto. Nel maggio dello stesso anno, la dittatura di Franco autorizzò la vendita dei biglietti della lotteria della ONCE, un'attività che, ancora oggi, rappresenta la principale fonte di entrate dell'organizzazione.
La concessione del governo, tuttavia, non fu sufficiente a garantire un futuro prospero alle persone con una disabilità visiva, in un paese colpito dalla carestia e dalla povertà conseguenti a due anni e mezzo di guerra.
Tuttavia, a partire dagli anni '60, la Spagna conobbe una forte crescita economica. Durante questo periodo di prosperità, la ONCE riuscì a sviluppare nuovi servizi, come la creazione di scuole per l’istruzione primaria, secondaria e universitaria.
Dopo la morte di Francisco Franco nel 1975, il paese avviò un processo di transizione verso la democrazia. Durante questo periodo, anche la ONCE si democratizzò, modificando i suoi statuti e rafforzando il coordinamento con lo Stato.
Oggi, la ONCE continua a svolgere un ruolo fondamentale nell'inclusione sociale delle persone con disabilità visiva in Spagna. L'organizzazione si occupa di garantire l’istruzione, l'occupazione, l'autonomia personale e il tempo libero dei suoi affiliati, oltre a fornire strumenti come bastoni, libri in Braille e licenze di software di sintesi vocale per computer portatili, il tutto accompagnato da un supporto completo alle famiglie degli affiliati minorenni.

Un'istituzione, molte vite
In generale, oltre agli sforzi della ONCE, in Spagna la qualità della vita e il grado di indipendenza delle persone cieche sono elevati. La maggior parte delle strade e dei luoghi pubblici presenta superfici accessibili e si stanno introducendo adattamenti digitali in posti come le stazioni ferroviarie, per facilitare l’accesso alle informazioni. Tuttavia, molte città e paesi affrontano ancora sfide legate all’accessibilità urbana, perché in molti casi il terreno è irregolare e privo di pavimentazioni podotattili. Inoltre, le due città più grandi del paese, Madrid e Barcellona, sono soggette a numerosi lavori di ristrutturazione, il che aumenta il numero di barriere architettoniche con cui una persona non vedente può trovarsi a confronto.
Per quanto riguarda il grado di accettazione sociale della disabilità visiva, la percezione generale è che la società spagnola sia consapevole delle esigenze di adattamento e dell’aiuto di cui può avere bisogno una persona cieca per muoversi, ma meno delle sue capacità in altri ambiti. In tal senso, un’indagine condotta nel 2022 ha rivelato che il 37% delle persone con disabilità visiva ritiene di non avere le stesse opportunità di partecipazione sociale rispetto al resto della popolazione, e oltre la metà degli intervistati ritiene che la società abbia un'idea distorta delle persone con disabilità visiva. Uno dei fattori che accentuano questa percezione di disuguaglianza è l’occupazione: secondo uno studio della Fundación Lenstore, la Spagna è il terzo paese in Europa con il maggior numero di persone cieche disoccupate.
In definitiva, in Spagna le persone con una disabilità visiva possono beneficiare di un’ampia gamma di servizi e adattamenti che permettono loro un alto grado di autosufficienza. Tuttavia, le barriere sociali restano il punto debole nella vita quotidiana di molte persone non vedenti o con disabilità visiva, che si scontrano con quella "cecità" sociale la cui forma è il pregiudizio e la mancanza di conoscenza.



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