Numero 6 del 2025
Titolo: ATTUALITÀ- Educare alla cittadinanza globale per salvaguardare l'acqua
Autore: Carmelo Di Gesaro
Articolo:
Intervista a Gregorio Sambataro
Viviamo in un'epoca in cui il cambiamento climatico e l'impatto delle attività umane mettono sempre più a rischio le risorse idriche - non solo - della Terra. A giugno scorso avevamo intervistato lo scienziato Stefano Mancuso, che ci ha ricordato l'importanza fondamentale che le piante hanno per la salute del nostro pianeta. Oggi, invece, approfondiamo un altro tema cruciale: l'acqua, fonte di vita e risorsa preziosa da proteggere.
Lo facciamo attraverso l'esperienza di The Water Code, progetto dedicato all'educazione alla sostenibilità, intervistando Gregorio Sambataro, Presidente dell'associazione New Horizons, che ha appena concluso con successo questa importante iniziativa.
The Water Code - La formula per una gestione sostenibile delle risorse idriche del mondo è infatti un progetto che unisce educazione alla sostenibilità e cittadinanza globale attiva, con l'ambizioso obiettivo di promuovere consapevolezza, competenze e comportamenti virtuosi a tutela di fiumi, laghi e mari. Attraverso un approccio innovativo e partecipativo, il programma coinvolge studenti, insegnanti, amministratori locali e cittadini di tutta Italia, stimolando una riflessione condivisa sui problemi ambientali e sulle possibili soluzioni, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030.
The Water Code è stato reso possibile grazie a un finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ed è stato realizzato da Helpcode - Il diritto di essere bambini, in collaborazione con CISV, Tamat, Annulliamo la Distanza, New Horizons APS, Marevivo Onlus, Step4, CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Fondazione Acquario di Genova. L'articolo che segue racconta visione, strumenti e protagonisti di questa iniziativa, pensata per formare cittadini più consapevoli e responsabili verso il futuro del nostro pianeta.
Approfondiamo adesso l'iniziativa, con le parole di Gregorio Sambataro.
D. Ciao Gregorio, intanto grazie della disponibilità.
R. Grazie a te per l'interesse dimostrato per le nostre attività.
D. Volevo partire questo racconto dall'aspetto più banale. Come siete entrati a far parte del progetto The Water Code?
R. Conoscevamo già Helpcode, l'ente capofila del progetto, grazie a collaborazioni avviate negli anni precedenti, dove, ad essere sincero, alle volte non avevamo raggiunto i risultati sperati. È giusto ricordare che non sempre i progetti finiscono con un successo. Invece, poi, circa tre anni fa, insieme agli altri partner, abbiamo avviato un tavolo di coprogettazione per The Water Code, ancora prima che l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo pubblicasse il bando. Così, quando il bando è stato pubblicato, eravamo già in una fase avanzata di stesura della proposta progettuale e siamo riusciti a presentarla entro la scadenza.
D. In che modo New Horizons APS contribuisce concretamente alla realizzazione degli obiettivi di The Water Code e quali sono le attività principali che portate avanti all'interno del progetto?
R. Avviandoci alla conclusione dell'intervento, possiamo dire che le attività principali del progetto sono state portate a termine. Nello specifico, abbiamo realizzato laboratori di coding per le classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado presso l'Istituto Comprensivo di Tusa-Mistretta, e laboratori di citizen journalism per le classi delle scuole secondarie di secondo grado presso l'ITET "G. Tomasi di Lampedusa" di Sant'Agata di Militello. Durante le attività laboratoriali, gli studenti hanno avuto modo di mettere in pratica i contenuti appresi, realizzando prodotti digitali capaci di proporre soluzioni sostenibili per la gestione delle risorse idriche, ma anche per altre aree sensibili come il cibo, l'energia, l'edilizia e i rifiuti, tutti fattori che possono influenzare negativamente la salute di fiumi, laghi e mari. Nei mesi estivi, invece, si sono svolte attività di tipo ambientale e naturalistico all'aperto, tra gli scavi archeologici dell'antica città di Halaesa.
D. Quali strumenti educativi o metodologie ritenete più efficaci per coinvolgere attivamente studenti e cittadini sul tema della sostenibilità delle risorse idriche?
R. Insieme agli altri partner di The Water Code, riteniamo fondamentale aumentare la consapevolezza e la conoscenza delle persone sul loro impatto antropico attraverso percorsi di apprendimento attivo. Un primo strumento utile in questa direzione è rappresentato dall'organizzazione di giornate tematiche ed eventi educativi dedicati alla sostenibilità, in cui studenti e cittadini partecipano a seminari e attività interattive su temi come il riciclo, l'efficienza energetica e la biodiversità. Abbiamo principalmente cercato di intervenire su tre fronti:
Attività di formazione rivolte a docenti, educatori e formatori sullo sviluppo sostenibile e sull'educazione alla cittadinanza globale.
Laboratori per studenti, pensati per arricchire le loro conoscenze sulle cause ed effetti dell'inquinamento delle acque e per promuovere competenze sullo sviluppo sostenibile.
Azioni rivolte ai cittadini, con l'obiettivo di renderli consapevoli delle conseguenze delle loro azioni sull'ambiente naturale ed educarli a comportamenti più corretti e sostenibili.
Non va poi dimenticata l'importanza di costruire partenariati solidi con organizzazioni e comunità locali. Nel corso del progetto abbiamo collaborato con associazioni ambientaliste e realtà territoriali, offrendo opportunità di apprendimento basate sull'esperienza, come visite guidate e attività outdoor.
Da segnalare anche il coinvolgimento del Comune di Tusa nel workshop per enti locali The Water Vision, tenuto tra Perugia e Castiglione del Lago, che ha promosso l'adozione di politiche innovative per la riduzione dell'impatto antropico sulle risorse idriche.
D. Avete già riscontrato dei risultati significativi o delle buone pratiche che potrebbero essere replicate anche in altri contesti?
R. I primi risultati delle survey e dei questionari che abbiamo somministrato ai partecipanti ci sembrano molto incoraggianti, anche se l'analisi definitiva dei dati richiederà ancora un po' di tempo. Per quanto riguarda le buone pratiche emerse dal progetto, vale la pena sottolineare l'importanza del workshop The Water Vision, finalizzato proprio a raccogliere proposte e modelli replicabili, sfruttando la presenza e il lavoro congiunto di esperti, funzionari e attori del settore. L'incontro, organizzato da Tamat, nostro ente partner, ha avuto come obiettivo il rafforzamento delle competenze tecnico-amministrative di dirigenti e rappresentanti degli enti locali e regionali. Una delle principali evidenze emerse dal workshop è che l'acqua non può essere gestita in modo frammentato: serve un approccio coordinato, capace di garantire efficienza, equità e sostenibilità. Questo può essere raggiunto attraverso:
Il coordinamento tra i diversi livelli di governance (nazionale, regionale e locale);
L'adozione di meccanismi di governance partecipativa, che coinvolgano enti locali, comunità, settore privato e organizzazioni della società civile, assicurando un processo decisionale trasparente e condiviso.
D. Qual è, secondo voi, la sfida più urgente da affrontare oggi per promuovere una gestione sostenibile dell'acqua a livello locale e globale?
R. L'aumento della popolazione a livello globale fa crescere la domanda d'acqua, provocando un aumento dello stress idrico in molti Paesi, Italia compresa. Da tempo siamo davanti a una sorta di paradosso: del 70% di acqua che ricopre il Pianeta, soltanto il 2,5% è dolce e in gran parte si trova all'interno di calotte e ghiacciai, e meno dell'1% risulta effettivamente accessibile all'uomo.
A causa dei cambiamenti climatici, alimentati anche dalle attività umane a partire dal diciannovesimo secolo, queste risorse vitali si stanno rapidamente sciogliendo. Proprio per sottolineare l'importanza dei ghiacciai - enormi masse di ghiaccio in lento movimento che coprono circa il 10% della superficie terrestre - le Nazioni Unite hanno designato il 2025 come Anno internazionale della preservazione dei ghiacciai. In tutto il mondo si stanno ritirando, e ciò provoca almeno una conseguenza immediata, diretta e ben documentata: la minaccia alla biodiversità.
Sono molte le specie vegetali - come muschi e licheni - e animali - tra cui l'emblematico orso polare – che stanno già soffrendo a causa dei cambiamenti nel loro ambiente. A ciò si aggiunge il fatto che la neve, il permafrost e i ghiacciai svolgono un ruolo chiave nel funzionamento del sistema climatico e del ciclo idrologico. Circa il 70% dell'acqua dolce della Terra esiste sotto forma di ghiaccio o neve, rendendo i ghiacciai essenziali per l'approvvigionamento idrico di milioni di persone.
Inoltre, l'afflusso di acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai contribuisce all'innalzamento del livello del mare, aumentando l'erosione costiera e mettendo molte isole a rischio di sommersione, compromettendo i mezzi di sussistenza delle comunità costiere.
D. Gregorio, visti i risultati e le speranze alimentate, voglio farti un'ultima domanda: c'è un futuro per il rinnovo della progettualità?
R. Visti gli ottimi risultati di The Water Code, vorremmo dare seguito all'intervento in corso e, a tal proposito, insieme a tutti i partner del consorzio, abbiamo avviato un tavolo di lavoro in modo da essere pronti non appena uscirà il prossimo bando ECG per la concessione di contributi a Iniziative di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza globale.