Numero 6 del 2025
Titolo: ATTUALITÀ- European Accessibility Act
Autore: Roberto Scano
Articolo:
Un passo verso l'inclusione con l'Italia in prima linea
L'European Accessibility Act (EAA), ufficialmente Direttiva (UE) 2019/882, rappresenta una pietra miliare nell'impegno dell'Unione Europea per garantire l'accessibilità a prodotti e servizi per le persone con disabilità. Entrata in vigore il 27 giugno 2019, la direttiva sarà pienamente applicabile dal 28 giugno 2025, segnando un cambiamento significativo nel mercato interno europeo. L'obiettivo è chiaro: definire un riferimento tecnico europeo per garantire l'accessibilità di prodotti e servizi ICT, rimuovendo eventuali barriere create da normative nazionali divergenti, promuovendo un mercato più inclusivo e armonizzato.
L'EAA si applica a una gamma di prodotti e servizi considerati essenziali per la partecipazione sociale ed economica delle persone con disabilità: hardware informatico (come computer e smartphone), terminali self-service (bancomat, biglietterie automatiche), apparecchiature per telecomunicazioni, e-reader e dispositivi per l'accesso a servizi audiovisivi. I servizi coperti includono comunicazioni elettroniche, servizi bancari per i consumatori, e-commerce, e-book, trasporti pubblici (aerei, ferroviari, marittimi e autobus) e relativi siti web, app e biglietterie elettroniche. La direttiva si rivolge sia al settore pubblico che a quello privato, con l'eccezione delle microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato o bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro), che sono esentate dagli obblighi relativi ai servizi. Va chiarito che la Direttiva si concentra sul consumatore, ossia a prodotti e servizi dedicati all'utente finale. Non riguarda pertanto il mondo del business to business (B2B), lasciando fuori quindi tutto il settore dell'accessibilità digitale nel mondo del lavoro. Inoltre si limita ai settori indicati in precedenza escludendo i siti web informativi/generalistici o comunque erogatori di servizi in ambiti differenti (esempio: mondo assicurativo).
L'EAA si estende a elementi fisici come l'accessibilità delle informazioni sui trasporti (es. rampe, ascensori). I requisiti di accessibilità si basano su diverse norme tecniche armonizzate seguendo standard che garantiscono che i prodotti e i servizi siano percepibili, operabili, comprensibili e robusti, secondo i principi del "Design for All".
Prima dell'EAA, le normative sull'accessibilità variavano significativamente tra gli Stati membri, creando ostacoli al commercio transfrontaliero e un accesso disomogeneo per le persone con disabilità. L'EAA mira a superare queste divergenze, stabilendo requisiti minimi comuni che facilitano il commercio e aumentano la disponibilità di prodotti e servizi accessibili. L'armonizzazione è particolarmente rilevante in un contesto in cui circa 101 milioni di persone nell'UE (1 adulto su 4) convivono con una disabilità.
L'Italia ha recepito l'EAA con il Decreto Legislativo 82/2022, che riflette fedelmente il perimetro e gli obblighi della direttiva, con alcune peculiarità, come l'esclusione dei servizi di trasporto urbano, suburbano e regionale da determinati requisiti. Tuttavia, il quadro normativo italiano si distingue per la preesistente Legge Stanca (Legge 9 gennaio 2004, n. 4), che regola l'accessibilità dei siti web e dei servizi digitali, con un focus particolare sul settore pubblico e su alcune imprese private.
La Legge Stanca impone obblighi più severi rispetto all'EAA in alcuni ambiti, come quello di acquistare prodotti accessibili e di garantire adeguate postazioni di lavoro per persone con disabilità, sia nel settore pubblico che nel privato, anche in caso di telelavoro. La normativa si applica a enti pubblici e a privati che offrono servizi di pubblica utilità, come istituzioni educative e sanitarie, e a imprese con un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro negli ultimi tre anni. L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) ha emanato nel corso degli anni le Linee Guida sull'accessibilità degli strumenti informatici, che si basano sulla norma tecnica europea armonizzata EN 301 549, applicando un sistema di verifica e sanzioni gestito dalla stessa AgID.
Un altro aspetto distintivo è il sistema di vigilanza italiano. Mentre l'EAA attribuisce agli Stati membri la responsabilità di istituire autorità di controllo, in Italia sono state già identificate due realtà: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy supervisiona i prodotti, e l'AgID i servizi, con poteri sanzionatori specifici.
Ma non finisce qui. La norma tecnica EN 301 549 è quindi un riferimento anche per altre normative nazionali in fatto di discriminazione. Nel mondo del lavoro, con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216 ed in ogni altro ambito con la legge 1 marzo 2006, n. 67, tutelano la discriminazione, anche digitale. Un dipendente che non può consultare un cedolino paga elettronico, non può effettuare richieste di permessi o ferie con strumenti digitali ha il diritto di richiedere la rimozione di tali problematiche tramite azione legale. Allo stesso modo un utente che non è in grado di acquistare un servizio digitale (esempio: una prenotazione alberghiera, un prodotto da un piccolo e-commerce) ha la medesima possibilità di agire in sede legale per richiedere la rimozione delle discriminazioni digitali e di essere indennizzato per il danno subito.
In conclusione, l'EAA è un piccolo passo ma fondamentale verso un'Europa più accessibile, ma l'Italia, con le sue normative con perimetro più esteso, si pone all'avanguardia, dimostrando che l'inclusione non è solo un obbligo legale, ma un valore etico e un'opportunità economica.
Sfide e opportunità
L'EAA rappresenta un'opportunità per le imprese di innovare, adottando principi di design universale che migliorano l'esperienza di tutti gli utenti, non solo delle persone con disabilità. Tuttavia, la scadenza del 28 giugno 2025 richiede un impegno immediato per condurre audit di accessibilità, aggiornare siti web e app, e formare il personale. Per le imprese operanti in Italia, la sfida è doppia: conformarsi all'EAA e rispettare normative nazionali più esigenti, pregresse, e applicabili anche a realtà come le piccole imprese.
Nonostante le complessità, l'Italia dimostra un impegno pionieristico nell'accessibilità digitale, posizionandosi come modello per altri Stati membri. La combinazione di armonizzazione europea e rigore nazionale crea un ambiente favorevole all'inclusione, ma richiede una strategia di conformità ben pianificata per evitare sanzioni e cogliere le opportunità di un mercato più ampio e inclusivo.