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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2025

Titolo: ARTE E CULTURA- Ciò che vuoi diventare, dipende da ciò che decidi di essere

Autore: Vanessa Casu


Articolo:
21 giugno Giornata Mondiale della Musica: la testimonianza di una giovane artista

La nostra decisione gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di tutte le cose che ci appartengono, siano queste interiori o esteriori, positive o negative. Ecco... questo è quello che mi ha insegnato il viaggio iniziato come ragazza vedente, poi ipovedente e infine non vedente.
È incredibile quanto la nostra mente non sappia neanche immaginare il nostro futuro, proponendoci degli scenari di una vita limitata dove ci si deve sempre un po' accontentare.
Mi chiamo Vanessa Casu, sono una ragazza non vedente di Roma e ho uno splendido cane guida di nome Pancake. Insieme a Pancake ho conseguito la mia laurea magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo con votazione 110 e lode alla Sapienza di Roma.
Il magico mondo della sintesi vocale, oltre ad avermi permesso di laurearmi con il massimo dei voti mi permette di gestire tutti i miei social, infatti ad oggi continuo a pubblicare contenuti per il mio format intitolato "Ti piace il mio cane guida?" con video che raggiungono anche più di mezzo milione di visualizzazioni.
Abbracciata al mio cane guida Pancake produco la mia musica, occupandomi della registrazione di tutti gli strumenti e della fase di mix e master finale. Suono la chitarra acustica, grande alleata nella scrittura dei miei brani più intimi e sofferti e infine la mia amatissima batteria a cui si correla sempre questa bellissima domanda "ma come fai a suonare la batteria se non ci vedi?".
Da qualche anno pratico kick-boxing e ho la fortuna di allenarmi con dei veri e propri agonisti. Non so se ve lo state chiedendo, ma se ve lo state chiedendo: sì, sono l'unica ragazza non vedente che si presenta a kick- boxing con un cane guida nonché l'unica cieca con un cane guida di tutta la palestra. Io e Pancake andiamo insieme dappertutto, nei parchi, prendiamo treni, autobus, metro e arriviamo in tutti i luoghi che vi ho già citato.
Ciò che racchiude tutte queste attività che fanno parte della mia vita attuale è un aspetto importantissimo, forse il più rilevante nonché quello che per me in questi anni è stato il più sofferto. Prima di rivelarvi che cos'è, vorrei che voi entraste nella mia immaginazione per un attimo: immagino tutte le cose che fanno parte della mia quotidianità completamente avvolte da queste due enormi braccia che stringono forte me stessa e tutte le cose che mi appartengono.
Le due enormi braccia immaginate nella mia testa, si chiamano ACCETTAZIONE e mi hanno permesso di diventare ciò che sono diventata.
Ma torniamo un po' indietro al giorno in cui ho deciso di fare i primi passi.
Sono stata ipovedente fino all'età di 19 anni e mezzo, prima di avere la mia ultima emorragia nell'unico occhio da cui riuscivo a intravedere qualcosa.
Quando mi sono svegliata dall'ultima operazione, mi sono sentita come catapultata completamente in un altro mondo, un mondo in cui anche ad occhi chiusi percepivo delle luci lampeggianti di diverso colore.
Prima di risvegliarmi da quella operazione ero ipovedente grave da diversi anni, mi sono accanita con tutta me stessa per negare quello che sarebbe accaduto, mi sono distratta in tutti i modi possibili fino a quel momento, mi sono catapultata tutti i giorni, a tutte le ore, nell'unico mondo in cui la vista non serviva ovvero la musica. Fino a quel momento io non volevo avere nulla a che fare con il mondo dei non vedenti, in tutte le sue forme.
Quando ti svegli in un mondo diverso, l'unica cosa che puoi fare è ricominciare a fare i primi passi: come si respira in questo mondo nuovo? Come si sopravvive in questo mondo nuovo? Ma soprattutto come si vive e come posso essere felice in questo mondo nuovo?
Ho conosciuto gli attacchi di panico, ho avuto paura, rabbia, risentimento, ma ho sempre avuto dentro tanta voglia di crescere e capire anche attraverso il dolore ed è così che sono iniziate le prime domande interessanti: "E se ci provo? E se ci riesco?".
Quelle due domande mi hanno fatto iscrivere all'Università, mi hanno fatto prendere il mio odiatissimo bastone bianco per la prima volta, mi hanno fatto impostare la sintesi vocale sul telefono e sul computer per la prima volta.
"E se ci provo? E se ci riesco?". Ancora attraverso queste domande mi sono presentata con il mio cane guida in palestra con quella faccia tosta e quel coraggio che ho sempre sognato di poter avere, soprattutto durante un attacco di panico.
Magari un giorno sarei diventata una ragazza autonoma che arriva dove vuole sia per le strade di Roma che nella vita in generale. Ero in quella palestra a chiedere per la lezione di kick-boxing anche se ero l'unica non vedente, sapete perché?: "E se ci provo? E se ci riesco?".
Accade qualcosa di magico quando decidi di fare quello che ti metti in testa e quando decidi di fregartene della vergogna e del giudizio degli altri.
La vita mi ha ricompensato dandomi un maestro di kick-boxing che mi ha accolta e ha creduto in me fin dal primo istante. Insieme agli altri agonisti abbiamo fatto diverse dimostrazioni anche in altre regioni d'Italia e il fatto che ci sia io tra gli atleti lancia un messaggio molto chiaro e potente in tutte le manifestazioni che facciamo insieme.
Attualmente continuo a produrre la mia musica, continuano ad aumentare i miei followers su Instagram (Vanessacasumusic) e su Tik Tok (Vanessacasupan) e continuo ad essere sempre molto ambiziosa in tutto quello che faccio e in tutto quello che scelgo nella mia vita.

"La musica può rendere gli uomini liberi" Bob Marley
Alziamo il volume per la Festa della Musica

Non c'è niente come la musica per scatenare emozioni, ricordi, sentimenti, riscaldare l'anima e risvegliare il corpo, esprimere l'inesprimibile e farci così sentire davvero liberi. Linguaggio universale, capace di comunicare senza bisogno di parole in ogni parte del mondo, la musica accompagna la vita degli uomini scandendo il tempo, dando il ritmo, riempiendo il silenzio. Per questo è importante celebrarla in occasione della Festa della Musica (World Music Day) che cade il 21 giugno, giorno del solstizio d'estate. Promossa in Francia nel 1982 dal Ministero della Cultura francese, la festa si è rapidamente diffusa in tutta Europa e nel mondo. In quel giorno, la musica diventa ancora di più uno strumento di condivisione e di fratellanza potente, un simbolo di accessibilità e di pace, capace di unire popoli e persone. Giunta alla sua 31° edizione, quest'anno la festa ha come tema "I mestieri della musica", a sottolineare come questo ambito artistico possa offrire anche opportunità professionali a tanti giovani in cerca di lavoro. Sono previsti concerti, incontri, eventi in molte città italiane. Musicisti dilettanti e professionisti si esibiranno nei teatri, ma anche in luoghi insoliti, proprio per dimostrare che per suonare e ascoltare concerti o esibizioni musicali serve solo disponibilità e voglia di partecipare. Come per tutte le professioni, per comporre o suonare bene ci vuole passione, talento e impegno. Per le persone con disabilità, la musica da sempre rappresenta una modalità di espressione capace di dare stimoli sensoriali, corporei, emozionali e, perché no, anche possibilità di lavoro. Certo è che se tutti conosciamo a memoria canzoni o brani, che abbiamo imparato quasi inconsapevolmente, catturando parole e musica nel nostro inconscio ascolto dopo ascolto, è vero che per conoscere uno strumento ci vuole una grande applicazione. La tecnologia oggi anche in campo musicale offre tanti mezzi per cimentarsi nella composizione, ma la musica è un linguaggio complesso da padroneggiare. Sono solo sette le note, ma infinite le combinazioni alle quali possono dare vita per creare opere, da Mozart ad Achille Lauro, che ci colpiscono al cuore. Il 21 giugno, dunque, accogliamo l'invito ad ascoltare la musica che abbiamo dentro e quella che si diffonderà nell'aria. Cantiamo, balliamo, lasciamoci trasportare da quel sentiero di note, condividendo il piacere della melodia e sentendoci una cosa sola insieme agli altri. Insieme, liberi anche solo per la durata di una canzone.



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