Numero 6 del 2025
Titolo: ATTIVITÀ INTERNAZIONALI- Disabilità, educazione inclusiva e occupazione
Autore: a cura di Patrizia Cegna
Articolo:
Breve intervista all'on. Paolo Inselvini su due questioni fondamentali per le persone con disabilità
Nell'ambito dell'azione svolta dall'Unione Europea dei Ciechi (European Blind Union - EBU) sia a favore della ricostituzione dell'Intergruppo sulla Disabilità del Parlamento Europeo, sia per far conoscere le proprie istanze ai neoeletti eurodeputati in occasione del cocktail EBU del febbraio scorso Francesca Sbianchi, nella sua qualità di presidente dell'Advocacy Committee dell'Unione Europea dei Ciechi, ha avuto modo di interloquire con l'on. Paolo Inselvini, che ha cortesemente acconsentito a rispondere alle nostre domande su due questioni che stanno particolarmente a cuore alle persone con disabilità.
L'on. Paolo Inselvini (Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei) è componente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della Commissione per le petizioni, della Delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica OSACP-UE e della Delegazione all'Assemblea parlamentare Africa-UE, nonché membro dell'Intergruppo sulla Disabilità.
D. L'occupazione delle persone con disabilità rimane una grande sfida in Europa. Cosa pensa dell'idea di creare una Disability Employment and Skills Guarantee (Garanzia per l'occupazione e le competenze delle persone con disabilità) per favorire l'accesso al mercato del lavoro?
R. Il tema dell'occupazione per le persone con disabilità resta, ancora oggi, una delle sfide sociali più rilevanti e, in larga parte, irrisolte. Se consideriamo che quasi il 29% delle persone con disabilità in Europa è a rischio di povertà o di esclusione sociale, rispetto al 18% delle persone senza disabilità, ci rendiamo conto di quanto la situazione sia inaccettabile e richieda interventi più incisivi.
L'idea di creare una Disability Employment and Skills Guarantee è condivisibile e merita di essere seriamente presa in considerazione a livello europeo. Uno strumento di garanzia, se ben strutturato, potrebbe facilitare l'accesso delle persone con disabilità al mercato del lavoro attraverso azioni mirate: formazione professionale specifica, accesso prioritario ai programmi europei di upskilling e reskilling (aggiornamento e riqualificazione professionale), incentivi fiscali per le aziende che assumono lavoratori con disabilità e, non da ultimo, l'obbligo per i centri per l'impiego di disporre di personale qualificato sulle diverse forme di disabilità.
L'Unione Europea, già oggi, promuove l'occupazione delle persone con disabilità attraverso strumenti come il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), che finanzia progetti di orientamento, formazione e inclusione lavorativa. Il programma Erasmus+, inoltre, ha introdotto una linea dedicata alla mobilità inclusiva, che consente anche alle persone con disabilità visiva di partecipare a esperienze all'estero con il necessario supporto economico e organizzativo.
Tuttavia, credo sia necessario fare di più: serve trasparenza, serve misurare meglio l'efficacia di questi strumenti. In particolare, occorre introdurre indicatori chiari che permettano di capire quanti dei beneficiari con disabilità trovano effettivamente un lavoro stabile e dignitoso grazie al sostegno europeo.
Infine, voglio sottolineare un principio per me fondamentale: ogni persona con disabilità, se messa nelle condizioni giuste e se dotata degli strumenti adeguati, può rappresentare un autentico valore aggiunto sul posto di lavoro. Non solo per le sue competenze, ma anche per la capacità di offrire una prospettiva diversa, contribuendo a creare ambienti più sensibili, collaborativi e consapevoli. Favorire l'inclusione può rappresentare una reale opportunità per le imprese e per tutta la società.
D. L'educazione inclusiva è un tema centrale dell'Intergruppo. Quali passi concreti si stanno facendo per garantire che i minori con disabilità visiva abbiano accesso a materiali e strumenti adeguati all'apprendimento?
R. Garantire un percorso scolastico accessibile agli alunni con disabilità visiva non può essere considerato un elemento accessorio delle politiche educative. Deve diventare una priorità strutturale. Oggi, però, in molti casi l'accesso concreto a materiali didattici adeguati e tecnologie assistite resta incerto e frammentato, soprattutto nei primi cicli scolastici. Le criticità più ricorrenti riguardano la carenza di strumenti digitali compatibili, come i software di lettura e le stampanti Braille, e la disomogeneità territoriale nell'assegnazione di risorse e personale formato.
Sul piano normativo, l'Unione Europea ha degli strumenti importanti come la Direttiva sull'accessibilità dei siti web e delle app mobili degli enti pubblici, che impone anche alle scuole pubbliche di rendere accessibili i propri contenuti digitali, e ha recepito il Trattato di Marrakech, che consente la distribuzione di testi scolastici in formato accessibile senza vincoli di copyright. Purtroppo, questi strumenti non sempre si traducono in un impatto concreto, per mancanza di coordinamento o per difficoltà di vario genere.
Faccio parte dell'Intergruppo Disabilità del Parlamento Europeo, che segue con attenzione queste tematiche. Personalmente, ritengo fondamentale promuovere una maggiore cooperazione tra le istituzioni europee e i sistemi scolastici nazionali nel campo della disabilità, anche attraverso lo scambio di buone pratiche, per garantire a ogni bambino con disabilità visiva gli strumenti necessari per apprendere in autonomia e alla pari con i coetanei.
Le riflessioni dell'on. Inselvini evidenziano l'importanza di un'azione più incisiva e coordinata a livello europeo per promuovere una reale inclusione delle persone con disabilità, a partire dall'accesso all'istruzione fino all'inserimento nel mondo del lavoro. Non si tratta solo di garantire diritti, ma di creare le condizioni affinché ogni individuo possa esprimere pienamente le proprie capacità e contribuire al progresso sociale ed economico. Affinché ciò avvenga, è fondamentale trasformare i principi in azioni concrete, misurabili e sostenibili nel tempo. L'auspicio è che l'impegno dell'Intergruppo sulla Disabilità e di parlamentari attenti come l'on. Inselvini possa tradursi in politiche europee più efficaci e inclusive, capaci di fare la differenza nella vita quotidiana di migliaia di cittadini.