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Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2025

Titolo: ATTIVITÀ INTERNAZIONALI- Viaggiando alla cieca - Marocco: così offuscato

Autore: Pere Ribes


Articolo:
Essere disabili visivi all'estero: il Marocco

Nello scorso numero del Corriere, abbiamo avuto modo di scoprire l'interessante progetto di Pere Ribes, studente di giornalismo di Barcellona, cieco, che cura un Podcast dal titolo "A ulls clucs" (A occhi chiusi), con il quale si propone di raccontare la condizione reale delle persone con disabilità visiva nei vari paesi del mondo, la loro vita quotidiana, tra diritti, inclusione, accessibilità e grado di cultura della disabilità che caratterizzano le società in cui vivono.
In questa seconda puntata, Pere ci porta alla scoperta del Marocco, facendocene un quadro piuttosto diverso da quello che ci viene disegnato nella retorica delle cartoline turistiche.

Ci troviamo in Marocco, un paese magnifico. Il Marocco è una di quelle milioni di prove che ci ricordano come non sia necessario vedere per conoscere: la sua essenza si percepisce nell'aroma speziato che fluttua nei souk, nel tatto ruvido delle sue mura, nell'eco delle voci che si sentono camminando. Nel battito della sua terra, il Marocco accoglie quasi 400.000 persone con disabilità visiva, che affrontano una vita piena di barriere sociali. Vedere un luogo non significa conoscerlo, ma conoscerlo non significa nemmeno comprenderlo. Per capire com'è la vita di una persona cieca in Marocco, è necessario ascoltare gli sforzi titanici che devono affrontare le persone con disabilità visiva del paese.
Contesto socioeconomico
Secondo uno studio realizzato dalla rivista WordPress nel 2024, solo il 13,1% delle persone con disabilità ha un lavoro. Di conseguenza, queste tendono a essere economicamente dipendenti.
In alcuni casi, le persone cieche del Marocco emigrano in Spagna, dove possono ricevere l'assistenza dell'Organizzazione Nazionale dei Ciechi Spagnoli (ONCE). Questo è il caso di Abdelkevir, un uomo di 39 anni che lavora come venditore di biglietti della lotteria dell'ONCE. Abdelkevir è emigrato in Spagna due anni fa, ma è nato e ha lavorato in Marocco. Secondo lui, le persone con disabilità visiva non possono essere indipendenti perché il contesto socioeconomico le costringe a dipendere da qualcun altro. Abdelkevir ha lavorato come venditore in un negozio gestito da suo fratello e spiega che il lavoro era l'unica area della sua vita in cui poteva agire con totale autonomia. "Lavoravo in un villaggio molto piccolo e tutti mi conoscevano. Il problema è che il Marocco è un paese immenso, e nelle grandi città ci sono molte difficoltà a trovare un impiego dignitoso".
Aiuti e servizi: un panorama offuscato
La situazione di abbandono vissuta dalle persone con disabilità in Marocco inizia già nell'ambito dell'istruzione. Abdelkebir è una delle tante persone con disabilità che non ha avuto accesso all'educazione. Nonostante questo, in Marocco ci sono persone cieche con studi superiori, che hanno cercato di lottare per un futuro migliore.
Tra il 2019 e il 2020, un gruppo di giovani non vedenti ha organizzato varie manifestazioni per rivendicare un impiego che permettesse loro di vivere dignitosamente. Secondo i manifestanti, la polizia ha effettuato delle cariche contro di loro e ha proibito la registrazione di video delle proteste. Nell'estate del 2019, il collettivo delle persone cieche del Marocco ha emesso un comunicato in cui si denunciavano i casi frequenti di ingiustizia e odio con i quali si scontrano le persone cieche del paese.
La costituzione marocchina si impegna a "riabilitare e integrare i disabili fisici, sensomotori e sensoriali", ma le leggi che dovrebbero garantire protezione alle persone con disabilità non vengono rispettate, poiché in molti casi mancano sistemi di controllo e sanzioni. Nonostante ciò, esistono alcune organizzazioni che offrono servizi e protezione alle persone con disabilità visiva. Un esempio è l'Organizzazione Alawita per la Promozione dei Ciechi in Marocco (OAPAM), che nel 2024 ha firmato un accordo di collaborazione con il Ministero dell'Istruzione per rafforzare la scolarizzazione delle persone con disabilità visiva.
Strade e trasporti: camminando verso un futuro incerto
Lo studio realizzato da WordPress denuncia come il trasporto pubblico marocchino sia spesso inaccessibile alle persone con disabilità: Abdelkevir lo conferma, e aggiunge che i marciapiedi e i terreni stradali spesso non sono adattati per usare il bastone in modo autonomo. Con l'obiettivo di migliorare l'accessibilità degli spazi pubblici in Marocco, l'Unione Europea ha finanziato alcuni progetti di ricerca. Uno di questi è stato il progetto Swing, un'iniziativa alla quale ha partecipato l'Università di Bologna.
Eppure, nonostante gli accordi e i progetti realizzati, gli aiuti e gli adattamenti per i ciechi marocchini stanno arrivando col contagocce. Abdelkebir prevede un futuro molto complicato per le persone cieche del paese: "Per quanto si provi, è impossibile lottare contro un potere politico che si fonda sul mantenimento delle disuguaglianze", spiega, "il problema non sono i pregiudizi della gente, ma l'immobilità del governo".



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