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Kaleîdos

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Numero 16 del 2025

Titolo: Sarò fertile?

Autore: Cinzia Testa


Articolo:
(da «Donna moderna» n. 36-2025)
Sempre più giovani se lo chiedono. Qui, in una doppia intervista, i grandi esperti tranquillizzano ma danno anche le indicazioni più nuove per preservare la capacità di avere un bambino
Quante novità dall'ultimo congresso dell'European Society of Human Reproduction and Embryology! Molti degli studi presentati hanno affrontato un tema importante e ancora sottovalutato: cosa fare oggi per preservare la fertilità di domani. E l'invito è arrivato unanime dagli specialisti: iniziare presto, quando, magari, il desiderio di maternità è ancora in un angolo remoto della mente. «Noi abbiamo sviluppato un progetto che ha coinvolto ragazze e ragazzi di Torino della fascia d'età 17-19 anni» ci racconta Claudio Castello, direttore Pma Asl Città di Torino. «Gli incontri sono stati organizzati per focalizzare l'attenzione dei giovani sul loro futuro riproduttivo. Le domande sono state molte e ora col mio gruppo le stiamo elaborando: i risultati li presenteremo a fine anno. È emersa una grande attenzione alla sessualità, a cosa fare per evitare gravidanze indesiderate, ma anche allo stile di vita e a tutto ciò che può essere determinante nel futuro al fine del concepimento». Un progetto, questo, che andrebbe replicato nelle scuole di tutta Italia, anche per arrestare i numeri della denatalità. Per raccontarla, basta un paragone impietoso: un milione di nati nel 1964, 370 mila nel 2024. Ma quali sono gli elementi che possono agire negativamente sulla fertilità? E quali sono i falsi miti da demolire? Durante il congresso ne abbiamo parlato con Alberto Vaiarelli, ginecologo esperto in Medicina della riproduzione e responsabile medico-scientifico del Centro Genera di Roma, e con Gemma Fabozzi, embriologa clinica, responsabile Nutrizione del centro B-Woman di Roma.
D. Professoressa Fabozzi, partiamo da un tema che riguarda tutti, anche le giovanissime: è vero che l'alimentazione ha un ruolo nella fertilità?
R. Sì, la nutrizione è importante ma spesso sottovalutata. Ora per fortuna qualcosa sta cambiando, grazie agli studi scientifici. Al congresso abbiamo presentato un lavoro condotto tra il 2017 e il 2023 su 250 donne con una storia di fallimento d'impianto con la Pma. Tutte mostravano scarsa aderenza alla dieta mediterranea. Il nostro obiettivo era quello di valutare se fosse possibile migliorare l'ambiente uterino in cui l'embrione si impianta senza interventi farmacologici. I risultati che abbiamo ottenuto ci hanno dato ragione: c'è stato un tasso di nascita del 58% con l'intervento nutrizionale, rispetto al 39% di chi non lo ha seguito. Mangiare meglio e più sano quindi aiuta anche la fertilità.
D. È vero che possono essere utili i probiotici, professoressa Fabozzi?
R. Certo e lo abbiamo visto proprio in questo studio. Le nostre pazienti hanno assunto un probiotico con un ceppo specifico di Lactobacilius Crispatus. È uno dei batteri predominanti nella flora vaginale delle donne sane, ed è noto per la sua capacità di produrre acido lattico, che aiuta a mantenere la flora vaginale sana e bilanciata. Alcune ricerche suggeriscono che potrebbe avere un impatto positivo sulla fertilità femminile. In commercio esiste già un integratore ad hoc, ma il fai-da-te è da evitare. Anche per questi prodotti, è sempre meglio parlarne prima col proprio ginecologo. Da soli, e fin dall'età dello sviluppo, però si può intervenire sulla propria alimentazione, in modo da abbattere l'infiammazione intestinale, a favore di un buon microbiota. Il nostro piano nutrizionale comprendeva ad esempio insalata belga, radicchio, scarola, frutta secca, alimenti fermentati, olive, pesce, olio Evo.
D. Professor Vaiarelli, parliamo sempre di stile di vita: fumo e alcol hanno davvero un impatto negativo?
R. La fertilità è influenzata dalle abitudini e dall'ambiente nel quale ci troviamo a vivere. Fumo e alcol in questo senso hanno un impatto negativo importante. Fumare ad esempio compromette la qualità ovocitaria e altera il funzionamento ormonale. Nel caso degli uomini, riduce la motilità e la qualità degli spermatozoi. E siamo in attesa di capire dagli studi in corso quanto incidono le sigarette elettroniche. Attenti anche all'eccessivo uso di bevande alcoliche e gassate come soft drink, che possono alterare il profilo endocrino-metabolico, sia nell'uomo sia nella donna. Queste scorrette abitudini arrivano a influenzare negativamente i percorsi di Pma per le coppie infertili.
D. Professor Vaiarelli, c'è modo di valutare la propria fertilità?
R. L'età anagrafica ha sempre un ruolo importante, ma non è l'unico parametro. Il potenziale riproduttivo si può valutare anche attraverso la misurazione dell'ormone Antimulleriano, Amh, prodotto dai follicoli presenti nell'ovaio di una donna in un determinato momento. Il test è richiesto in tutte quelle situazioni in cui c'è un rischio di esaurimento ovarico prematuro, come in caso di familiarità per menopausa precoce, cioè prima dei 40 anni, o per malattie che possono compromettere l'integrità delle ovaie come l'endometriosi. È possibile anche tenere d'occhio il valore dell'ormone follicolo-stimolante, o Fsh, insieme al dosaggio basale dell'estradiolo. Questo ormone si misura nei primi giorni del ciclo mestruale ed è un ulteriore tassello importante per conoscere la riserva ovarica. Infine, può servire un'ecografia transvaginale eseguita da un ginecologo esperto per la valutazione della conta dei follicoli cosiddetti antrali (follicoli di dimensioni minori a 10 mm). Tutti questi risultati permettono una valutazione quantitativa della riserva ovarica molto utile sia per le donne che ancora non sono in cerca di una gravidanza, sia per quelle che stanno iniziando a cercarla.
D. Qui tocchiamo una nota dolente. Professor Vaiarelli, dopo quanto tempo di tentativi falliti è necessario rivolgersi a uno specialista?
R. Il tempo è un fattore cruciale: sono 12 mesi di tentativi falliti prima dei 40 anni, sei mesi dopo questa età. Per chi cerca una gravidanza vale anche la frequenza dei rapporti: almeno ogni due giorni nel periodo fertile della donna (durante l'ovulazione), che ha una durata di circa sette giorni.
D. Quando inizia a calare la fertilità professor Vaiarelli?
R. L'età della donna è basilare ai fini del concepimento, ma molte ancora oggi non lo sanno. Per dare un'idea, la capacità riproduttiva si riduce gradualmente nel corso del tempo ma dopo i 35 anni e dopo i 40 anni cala in maniera significativa. Attenzione però: cala anche per l'uomo, che ha la capacità di produrre spermatozoi per tutta la vita, ma i parametri del liquido seminale come il numero, la concentrazione e la qualità peggiorano nel tempo soprattutto dopo i 45-50 anni.
Contraccettivi è proprio vero che sono un problema?
La pillola.
È diffusa la falsa credenza che quando si smette la pillola sia difficile restare incinte. In realtà, questo contraccettivo non altera la fertilità. Gli studi dimostrano che dopo circa 30-40 giorni dalla sua sospensione, si verifica una regolare ripresa dell'ovulazione. In più, aiuta a curare problemi ginecologici che mettono a rischio la riproduzione, come l'endometriosi e la sindrome dell'ovaio policistico.
La spirale.
Anche per la spirale intrauterina c'è una fake da demolire. Non è vero che provoca infertilità, e questo vale a tutte le età. Con questo metodo però rappresentano un rischio le malattie a trasmissione sessuale. Perciò è fondamentale evitare rapporti occasionali non protetti e rivolgersi subito al ginecologo in caso di sintomi anche lievi come bruciore e prurito nelle zone intime.
Cinzia Testa



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