Numero 35 del 2025
Titolo: Il piacere di leggere
Autore: Redazionale
Articolo:
Festeggiamo una delle possibilità che abbiamo per essere liberi: la lettura
Nato negli Stati Uniti, il Read a book day celebra ogni 6 settembre una delle attività che rendono il mondo migliore: la lettura. Non c'è nulla di bello come immergersi in una storia che, pagina dopo pagina, ci porta a conoscere persone nuove, a viaggiare in mondi fantastici, a comprendere cose di noi stessi. Quando leggiamo un libro, dal più impegnativo a quello più leggero, dai capolavori a quelli d'evasione, siamo finalmente liberi di immaginare, interpretare e fantasticare sulle parole che l'autore ci propone.
C'è poi chi legge per obbligo (motivi di studio o professionali) e chi lo fa per conoscere (manuali, guide di viaggio, libri di cucina), chi per divertimento (romanzi e narrativa di ogni genere) o per passione. E c'è anche chi ha reso la lettura un'attività di volontariato a titolo gratuito, come Giorgio Farinetti e Alessandra Baldis che da anni leggono per il Centro Nazionale del Libro Parlato, servizio promosso dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti riservato ai disabili visivi italiani. Sono quelli che chiamiamo «donatori di voce», perché è grazie a persone come loro che è possibile arricchire la biblioteca del Centro e promuovere una lettura senza barriere e disponibile per tutti.
D. Come siete diventati donatori di voce?
Giorgio: Leggendo un articolo sulla sezione locale de La Stampa vengo a conoscenza del Libro Parlato di Novara e della loro ricerca di volontari, così ho scritto e mi hanno «provinato». Il provino è andato bene e, dopo un piccolo training, ho cominciato. Credo siano passati almeno 15 anni.
Alessandra: Ho sempre fatto volontariato in diverse associazioni e diversi ambiti; ma la scelta di diventare donatrice di voce discende direttamente da due fattori. In primis, dal desiderio di essere utile ad un cario amico, Marco Franchi, sofferente di glaucoma. Quando la sua patologia si è aggravata e si è iscritto a Uici, mi ha parlato di questo servizio e ho pensato di contribuirvi con un apporto diretto. Il secondo fattore è, ahimè, egoistico. Soffrendo di balbuzie fin da bambina, dopo vari corsi di logopedia ho capito che la completa guarigione dipendeva solo da un esercizio fonetico costante e quotidiano. Così, desiderio e necessità si sono felicemente coniugati, e il mio amore per i libri ha fatto il resto. Ora sono vicina al traguardo dei duecento libri registrati per Il Libro Parlato e ne sono orgogliosa.
D. Con il tempo avete perfezionato la vostra abilità nel leggere?
Giorgio: Beh certamente. La lettura ad alta voce richiede uno sforzo mentale differente rispetto alla lettura silenziosa, attiva neuroni che altrimenti non vengono interessati e, le prime volte, disorienta un poco. Di solito non ci piace la nostra voce, ci sembra strana, ci imbarazza e ci vergogniamo anche un poco ma poi ti accorgi di come il testo diventi più chiaro, lo si capisce meglio. Il lavoro di interpretazione costringe all'analisi (spesso alla scomposizione) del testo, devi leggere più lentamente e assimili (e apprezzi) meglio ciò che leggi.
Alessandra: Assolutamente, penso di avere registrato male i primi libri. Leggere bene a voce alta «per gli altri» è tutt'altro che banale e si impara strada facendo. Il mio stile di lettura è semplice e tranquillo, con molte pause, perché credo che chi ascolta ha bisogno di tempo per seguire e mal digerisce una lettura a ritmo affrettato. Ho imparato mentre leggo una riga a far scorrere lo sguardo su quella successiva e sulla punteggiatura presente, per capire come regolare e terminare il fiato. Ho imparato ad «accompagnare» la lettura in modo discreto ma senza enfasi che, mi spiegava Marco, infastidisce l'ascoltatore. Io non faccio mai l'attrice. È evidente che se leggo un dialogo in cui un interlocutore sussurra e un altro grida, devo accompagnare i toni dello scambio, ma sempre in modo discretissimo. Sarà poi l'ascoltatore a far risuonare nella sua testa il testo completandolo con le sue emozioni e la sua enfasi personale. In questo mi ha aiutato Marco, che mi ha sempre fornito feedback preziosi, oltre naturalmente alle istruzioni fornite dalla responsabile del Libro Parlato Francesca Ferraro.
D. C'è una lettura che vi ha emozionato più delle altre?
Giorgio: Ho inciso 158 libri. È davvero difficile sceglierne uno così ne scelgo tre. Direi la saga di Douglas Adams «Guida galattica per gli autostoppisti» divertente, ironico e bellissimo da leggere con un sacco di alieni strani e incredibili, l'assurdo e divertente «Il figlio del dio del tuono» del finlandese Arto Paasilinna ed infine l'inquietante ed attualissimo «Nexus» dello storico israeliano Yuval Noah Harari.
Alessandra: Per me è veramente difficile fare graduatorie. Ho letto libri splendidi, che mai avrei scelto per conto mio. Le richieste di libri dei lettori sono spesso distanti dai propri gusti e dalle «piste» di lettura personali, e questo fa scoprire testi pregevoli che rappresentano meravigliose sorprese. Ne cito qualcuna che mi ha sorpreso in modo particolare: Una raccolta di romanzi di Neera, scrittrice milanese del secondo Ottocento (1000 pagine): un pezzo di storia femminile italiana, le «Memorie di una maitresse americana»: uno scritto contemporaneo ai romanzi di Neera, che racconta mirabilmente la vita in una casa di prostituzione a New Orleans. Un gioiello, e dire che dal titolo temevo un testo pornografico.
D. Questa forma di volontariato che soddisfazioni vi ha dato?
Giorgio: Spesso leggo libri di testo. Sapere che qualcuno, da qualche parte, studia con la mia voce, la mia intonazione, la mia interpretazione mi mette pressione ma mi gratifica moltissimo. Diverso è leggere narrativa, in quel caso faccio compagnia a qualcuno e cerco di divertirmi per far divertire. In fondo, sono solo contento di essere utile, tutto qui.
Alessandra: Oltre al piacere di sentirsi utile agli altri e a persone care, questo volontariato ha tanti pregi anche per noi lettori. Un libro letto a voce alta acquista una sonorità, vibrazione e colore che non possiede la lettura in solitaria. Ti impone lo sforzo di renderti sempre chiara e comprensibile agli ascoltatori attraverso il solo strumento della voce. Soddisfare le richieste di libri dei lettori, spesso apparentemente distanti dai propri gusti e piste di lettura personali, fa scoprire testi pregevoli che rappresentano piacevoli sorprese. E poi amo in modo particolare leggere i testi di studio. Sapere che un giovane con problemi visivi studia su testi letti da me, mi dà gioia.
D. Qual è il libro che vorreste leggere e perché?
Giorgio: Sono oramai in pensione e faccio il bibliotecario volontario nella piccola, ma ben pasciuta, biblioteca del mio paese. Sono troppi i libri che vorrei leggere. Adoro Georges Simenon e il suo Maigret, John Niven e il suo umorismo (a volte triviale), George Orwell e i suoi inquietanti attualissimi romanzi, e infine i saggi di divulgazione scientifica: Giorgio Vallortigara, Guido Barbujani, Telmo Pievani, Stefano Mancuso e mille altri. Posso chiudere con Umberto Eco di cui ho registrato «I limiti dell'interpretazione» e «Lector in fabula» credo, le cose più difficili che mi siano capitate ma che mi hanno aperto dei mondi insospettabili.
Alessandra: Io amo molto la letteratura per ragazzi. Ho la soddisfazione di avere letto per il Libro Parlato «Il Manuale di Nonna Papera», «Il Manuale delle Giovani Marmotte» e «Il Manuale di Yoghi», tutti amorosamente conservati in casa nelle edizioni originali dei primi anni 70. Li adoro.