Numero 2 del 2001
Titolo: Un aiuto dall’agricoltura
Autore: Gino Di Trapani
Articolo:
Significativa esperienza in Francia
a cura di GINO DI TRAPANI
Miope dalla nascita, ho frequentato la scuola "ordinaria" fino al completamento del ciclo primario; ma, poiché la mia vista mi poneva qualche problema per seguire le lezioni in classe, dopo la primaria sono entrato in una scuola tecnica dove ho seguito corsi di cucito e di cucina per due anni. Desiderando avviarmi ad una specializzazione nel settore "cucina", insieme ai miei genitori ho cercato una scuola di questo tipo. Purtroppo, i responsabili di quelle istituzioni ci hanno sconsigliato quella via per questioni di sicurezza.
Progetto impresa-scuola
Siamo stati, quindi, immediatamente orientati verso il Centro Educativo Rurale di Plènèe-Jugon (Côtes d’Armor), specializzato nella formazione di persone handicappate della vista in orticoltura e in agricoltura. Ho cominciato con un anno di prova per capire verso quale branca orientarmi; finalmente ho scelto l’orticoltura e più precisamente il "Maraîchage" (cultura di ortaggi). Al termine di tre anni di formazione, ho superato l’esame ed ho ottenuto il mio C.A.P. (Certificato di Attitudini Professionali) di "maraîchage".
A quell’epoca avevo ancora una acuità visiva tra i due e tre decimi.
Ho trascorso in seguito un periodo di due anni e mezzo di disoccupazione.
Nel 1993, il Centro di Plènèe-Jugon mi ha proposto di occuparmi del pollaio che era stato creato nel quadro di un progetto di impresa-scuola. Fu così che ho lavorato per due anni in questo pollaio con il sostegno della équipe tecnica del Centro di formazione. Nel 1995, il Centro ha messo su un altro progetto di impresa-scuola a Plouagat. A circa 60 Km. da Plénée-Jugon e ci ha proposto, a due altri ex allievi e a me, di gestirne l’esercizio. I formatori ci lasciavano una grande indipendenza. Al termine di un anno di prova, essendo i risultati incoraggianti, abbiamo deciso di metterci per conto nostro creando un G.a.e.c. (Groupement Agricole d’Exploitation en Commun, Gruppo Agricolo di Gestione in Comune). È nato così, nel giugno 1996, il G.A.E.C. Avicole "Bel Air". L’équipe di partenza è stata modificata: una persona vedente, un handicappato motorio per l’esattezza si è aggiunto a noi. Un anno dopo la creazione del Gruppo la mia vista si è considerevolmente degradata.
Oggi siamo quattro a gestire l’azienda; le altre due persone sono ipovedenti. La nostra principale attività è l’allevamento di galline ovaiole (en plein air) ruspanti, alleviamo anche maiali da fattoria (con marchio).
"Catene" dell’alimentazione
Per quanto concerne l’allevamento dei polli, noi ne abbiamo 19.000 ripartiti in quattro padiglioni. Le galline sono disposte su dei graticci in cima ai quali sono installati delle specie di nidi dove esse vengono a deporre le uova. Dietro i nidi si trova un corridoio, il luogo di raccolta delle uova prodotte, dove cadono le uova deposte. Io mi occupo di uno dei quattro padiglioni, cioè di 4.000 galline circa. Accade che mi occupi un po’ anche dei suini, ma è abbastanza raro. Ogni mattina, verso le nove, comincio col verificare che le "catene" dell’alimentazione siano ben fornite; questa operazione la eseguo con il tatto, semplicemente mettendo la mano sulla mangiatoia. Verifico anche gli abbeveratoi, anche questo per mezzo del tatto, semplicemente mettendo il mio dito in ciascuno degli abbeveratoi per osservare il livello dell’acqua. Dopo, incomincio la raccolta delle uova. Munito di un carrello sul quale ho precedentemente deposto dei contenitori di cartone, passo lungo il "pondoir", il corridoio nel quale sono venute raccogliendosi le uova deposte, su un fronte di circa quarantacinque metri, e vado collocando le uova deposte negli alveoli dei contenitori. Metto da parte le uova sudice o rotte. Al primo passaggio raccolgo circa 2.500 - 3.000 uova. Tutto questo lavoro si fa con molta sicurezza con l’uso del tatto. Il solo vero adattamento tecnico personalizzato per me nei confronti dei colleghi, consiste nell’accorgimento per cui il mio carrello è montato su binari e non su ruote.
Una volta raccolte le uova, io allineo i contenitori in armadi metallici che saranno in seguito incamminati verso un centro di scelta mediante cernita.
Dopo la prima raccolta verso le undici del mattino io vado ad aprire le "trappole" verso l’esterno del padiglione. Le galline sono così libere di andare e venire, durante tutta la giornata, dal pollaio alla campagna e viceversa. Nel pomeriggio, verso le quattordici, faccio una nuova raccolta.
La sera, quando sopraggiunge la notte, accendiamo le luci dei padiglioni, cosa che attira e fa rientrare i polli che, appunto, risalgono, si "appollaiano" spontaneamente sui tralicci. Io richiudo le "trappole", poi solo o con un collega, faccio il giro di tutti i nidi per sloggiarne le galline che vi si fossero appartate e ricollocarle sui tralicci. Per questa operazione mi servo di un bastone con il quale ispeziono ogni nido. Da quando le luci sono state spente, le galline non si muovo