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ONLUS
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SEZIONE PROVINCIALE U.I.C.I.: PROVINCIA PERUGIA -

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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ONLUS

Sezione Provinciale di Perugia

RELAZIONE MORALE ANNO 2009

Il presente documento, istituzionalmente redatto quale relazione consuntiva delle attività relative all’anno associativo 2009, cade però di fatto al termine della legislatura associativa. Di conseguenza verrà tracciato un, sia pur succinto, bilancio di quelle che sono state le attività e le azioni principali delle quali l’Unione è stata protagonista nel quinquennio di riferimento.

Nell’anno 2005, allorquando cioè il consiglio uscente è entrato in carica, era in pieno svolgimento una intensa attività associativa portata avanti in maniera sinergica e convinta da numerosissime associazioni di volontariato e di promozione sociale che, ruotando intorno al CE.S.VOL, avevano iniziato un percorso finalizzato alla costruzione di un idem sentire intorno ad alcuni principi cardine condivisi di politica sociale.

L’idea fondamentale era quella di creare un soggetto rappresentativo di questo mondo capace di interpretarne le esigenze, le volontà, gli obiettivi e quindi in grado di essere un’entità politicamente rappresentativa. Detto soggetto avrebbe dovuto perciò costituire l’interlocutore tanto delle forze politiche, quanto delle istituzioni.

Ad un certo punto è sembrato quasi di essere in prossimità del raggiungimento della meta; se non che, per motivi politici di appartenenza, per paura di perdere alcune prerogative anche di tipo clientelare, questo processo si è bruscamente interrotto e ad oggi la situazione appare in fase di stallo con un grave pregiudizio per la costruzione di politiche sociali efficaci, in grado di rispondere alle istanze provenienti dalla gente.

Anche la nostra Associazione che pure era stata uno dei principali attori di detto processo, è stata in fondo vittima di questa situazione e ha dovuto ripiegare in qualche maniera ponendo al centro della sua opera l’interesse di categoria, come giusto, rispetto ad una costruzione di una realtà associativa ampia, in grado, come detto, di raccogliere in un unico progetto politico, le istanze della generalità di questi soggetti sociali intermedi.

Numerosi sono stati i tentativi di ricomporre un quadro politico associativo tale da riprendere i fili del discorso. Ad oggi non si intravedono all’orizzonte spiragli per procedere nel senso che da sempre è stato il cavallo di battaglia dell’Unione: quello appunto di poter far pesare alla politica e alle istituzioni, la forza che i numeri attribuiscono alle associazioni di volontariato e di promozione sociale.

Se l’obiettivo di cui sopra si può definire non raggiunto, non può dirsi altrettanto rispetto ai risultati che l’Unione provinciale si era posta quali obiettivi per la categoria dei ciechi della provincia di Perugia. Infatti l’erogazione di servizi nuovi e il potenziamento di quelli esistenti era e resta uno degli obiettivi per cui si è lavorato e si dovrà lavorare.

Un’altra priorità era rappresentata dal sostegno ad istituzioni quali l’Istituto Serafico ed il Cresc, in virtù della grande attenzione che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti pone alle problematiche dei pluriminorati.

In ordine all’erogazione di servizi, il Consiglio direttivo ha compreso come all’interno di una situazione congiunturale negativa rappresentata da una progressiva riduzione dei fondi pubblici, fosse necessario cogliere una serie di opportunità messe a disposizione certamente dalle pubbliche istituzioni, ma anche da soggetti privati.

La nuova frontiera del finanziamento delle associazioni già allora era rappresentato dalla progettazione di qualità. E’ di tutta evidenza come ciò abbia richiesto e richieda una capacità da parte della dirigenza di mettere a punto progetti innovativi e quindi degni di una attenzione da parte dei soggetti finanziatori.

Occorre dire che i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Attraverso la progettazione si sono approntati alcuni servizi, che ovviamente non sarebbe stato possibile attivare da parte dell’Unione con risorse proprie.

La risposta più significativa è rappresentata dalla realizzazione della cosiddetta mini stamperia Braille.

La dotazione delle costose attrezzature è stata possibile grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, per un importo complessivo che si aggira intorno ai 45.000,00 euro.

Grazie alla creazione di questa struttura è stato possibile, ben prima dell’entrata in vigore della nuova normativa in materia, fornire agli studenti ciechi della regione dell’Umbria, ma non solo, i testi scolastici in Braille ed a caratteri ingranditi in tempo utile rispetto alla data di inizio delle attività scolastiche.

E’ di facile comprensione come questo servizio abbia risolto in larghissima parte i problemi delle famiglie costrette ad ordinare fuori regione i testi necessari per i propri figli, testi che venivano loro messi a disposizione non prima del mese di febbraio successivo all’inizio dell’anno scolastico, il che pregiudicava fortemente il regolare percorso scolastico dei ragazzi.

Inoltre tale servizio è stato utilizzato anche da soci e non soci a titolo personale ed ha rappresentato un importante sostegno anche per gli istituti scolastici e le istituzioni universitarie del territorio, come ad esempio l’Università per Stranieri di Perugia il cui centro di certificazione linguistica si avvale in maniera continuativa della mini stamperia sezionale.

Significativo, per motivi facilmente comprensibili, è anche il fatto che alcuni ristoranti cittadini abbiano richiesto la stampa in braille dei loro menù.

Per rimanere nell’ambito delle attività legate all’accesso alla cultura, la nostra biblioteca ha visto nel corso degli ultimi 5 anni un notevole potenziamento sia attraverso l’implementazione del catalogo, sia attraverso l’acquisizione di nuove tecnologie.

Infatti la biblioteca è stata dotata dai Lions’, mediante donazione, della strumentazione necessaria per la produzione di testi direttamente in formato MP3 e per la masterizzazione delle opere registrate su audiocassette, il tutto ovviamente fornito in maniera gratuita ai richiedenti.

E’ stato possibile implementare l’attività della biblioteca anche grazie alla stretta collaborazione con la biblioteca Augusta, dalla quale sono stati messi a disposizione i lettori.

Nel corso del tempo è stato, per quanto possibile, potenziato il servizio di accompagnamento, soprattutto nella zona di Perugia, attraverso l’incremento del personale volontario del servizio civile, ma anche del potenziamento del parco auto mediante il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e il ricorso a risorse proprie dell’Associazione.

Non va sottaciuto anche l’aspetto relativo al miglioramento infrastrutturale della sede.

Nel corso del quinquennio è stata realizzata, in conformità a quanto indicato dalla sede centrale, una rete informatica che consente alle impiegate e ai dirigenti di svolgere la propria attività con maggiore efficacia, efficienza ed economicità.

Il completamento dell’informatizzazione della sede è stato seguito dalla realizzazione di nuovi archivi soci.

Inoltre, sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro, è stato possibile ottimizzare le risorse umane e strumentali anche con evidenti abbattimenti dei costi di esercizio.

In una realtà territoriale di ridotte dimensioni come la nostra ed economicamente fragile, aver raggiunto una più che buona capacità di erogazione dei servizi abbinata ad una notevole crescita in termini di qualità e di efficienza gestionale, sembra rappresentare un risultato complessivo lusinghiero, fermo restando il principio che migliorarsi non solo è sempre possibile, ma è doveroso soprattutto da parte di un’Associazione come l’Unione chiamata a sostenere le legittime aspirazioni di una categoria alla ricerca di una cittadinanza piena, che consenta anche ai ciechi di costruire, al pari degli altri, il proprio progetto di vita.

Un altro versante sul quale si è ritenuto di dover agire è rappresentato dalla volontà, da parte dell’Unione, di socializzare le problematiche connesse alla minorazione.

Questo perché è un modo, anzi l’unico modo, per vincere l’indifferenza dei cosiddetti normodotati, indifferenza derivante certamente da numerosi fattori che non è il caso di analizzare in questa sede, ma che vede fra quelli principali, la non conoscenza delle problematiche specifiche.

Il coinvolgimento della scuola nelle sue molteplici componenti è sembrato il veicolo giusto per raggiungere un numero ampio di popolazione e soprattutto di un certo tipo di popolazione.

Gli studenti, che proprio durante il percorso formativo acquisiscono i fondamenti civici e culturali che li porteranno ad essere il futuro del paese, certamente come cittadini, ma anche come classe dirigente.

Gli insegnanti, che in virtù del ruolo importantissimo che ricoprono sono chiamati a veicolare i valori fondanti, alla base del vivere civile, valori che non possono non contemplare quello del rispetto, della solidarietà e della pari dignità fra le persone.

Partendo da questi presupposti, nel quinquennio appena trascorso è stato realizzato un piano d’azione che ha visto l’Unione di Perugia inserita in numerosi progetti di ambito scolastico in partenariato con il CE.S.VOL, con l’ufficio scolastico regionale e con il Cresc.

Sono stati svolti sull’intero territorio della provincia di Perugia incontri con le ultime classi di istituti di scuola superiore, sono stati realizzati corsi di formazione per docenti in collaborazione, come detto, con l’ufficio scolastico regionale, corsi che hanno previsto sempre una presenza rilevante dell’Unione.

Con la proposta del progetto “Perugia da vedere e da toccare” si è ulteriormente consolidato un rapporto di collaborazione fra l’Unione Italiana Ciechi e le istituzioni pubbliche.

Infatti il progetto, peraltro illustrato nel corso delle precedenti assemblee, è stato ritenuto talmente valido che ha visto il coinvolgimento entusiastico della Provincia di Perugia, del Comune di Perugia, della Galleria Nazionale dell’Umbria, della Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Firenze e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che insieme all’Unione hanno sottoscritto la relativa convenzione per l’esecuzione dei lavori, potendo disporre fra finanziamenti diretti e indiretti di un budget di circa 200.000,00 euro.

Il progetto in questione dovrebbe vedere la luce entro il primo semestre del 2011.

Un’importante opera di confronto e di sensibilizzazione è poi avvenuta nei confronti del mondo datoriale della regione dell’Umbria.

Infatti l’ottenimento del finanziamento del progetto “Efesto”, anch’esso illustrato a suo tempo in assemblea, ha consentito attraverso una sinergia con la Direzione Scolastica Regionale, di intraprendere un confronto vasto ed articolato con le diverse realtà imprenditoriali della regione in ordine alla occupabilità di soggetti ciechi, ma soprattutto ciechi pluriminorati.

L’iniziativa si è rivelata di grande utilità, perché ha consentito di verificare direttamente la assoluta disattenzione, o meglio indifferenza, della imprenditoria nei confronti delle questioni poste alla sua attenzione.

Una considerazione che non può non essere esplicitata è quella che, al di là delle belle parole che come fiumi scorrono nei convegni e nelle tavole rotonde, allorquando si enfatizza in maniera falsa ed ipocrita la cultura della responsabilità sociale di impresa, la realtà offre un panorama deprimente dal quale si evidenzia come il profitto, e solo il profitto, rappresenti l’obiettivo dell’imprenditore alla faccia, come si diceva, del ruolo e della funzione di stabilizzatore sociale che l’impresa dovrebbe rivestire all’interno di una società che tende alla parcellizzazione delle sue componenti e quindi ad un particolarismo esasperato.

Un altro piccolo ma significativo risultato, che però sta a testimoniare anche della forza “politica” dell’Unione, è rappresentato dalla delibera adottata nell’anno 2005 dalla provincia di Perugia (prima in Italia) con la quale è stato dimezzato per i ciechi l’importo della tassa relativa all’immatricolazione dei veicoli a motore.

Importante è, sia per la consistenza finanziaria (20.000,00 euro), sia per l’impatto sociale, l’iniziativa posta in essere unitamente al CE.S.VOL.

riguardante gli anziani della provincia di Perugia.

Di grande rilevanza, inoltre, sono stati i corsi di formazione realizzati per il personale aeroportuale di S.Egidio, anche con il coinvolgimento dell’Unione.

Significativo il progetto presentato dall’Unione all’assessorato alla sanità, rivolto ad affrontare e risolvere alcune questioni legate all’accesso ai servizi sanitari e alla degenza presso il nosocomio perugino di soggetti ciechi.

L’Unione Italiana Ciechi Regionale e Provinciale ha posto, come si è accennato in precedenza, particolare attenzione alle problematiche dei ciechi pluriminorati.

La sezione Provinciale di Perugia, ben supportata dal Consiglio Regionale, si è spesa, con particolare vigore, per porre la nostra provincia quale sede permanente di un dibattito sulla pluriminorazione, dibattito che ha ripreso forza negli ultimi vent’anni, ma che a parere della dirigenza provinciale necessitava e necessita di una location significativa presso la quale svolgere confronti di interesse nazionale sull’esito dei quali costruire e promuovere il dibattito sui territori, ma anche elaborare strategie politiche per l’ottenimento del miglioramento delle condizioni di vita degli interessati, delle loro famiglie e per il rafforzamento delle istituzioni pubbliche e private che direttamente si fanno carico della pluriminorazione.

L’esistenza sul territorio della Provincia di Perugia dell’istituto Serafico e del Cresc hanno fatto sì che nella città di Perugia fosse individuata la sede naturale per procedere nel senso sopra illustrato.

Per la prima volta in Italia, su proposta del Consiglio Provinciale di Perugia, ha avuto luogo un convegno, svoltosi per cinque anni consecutivi, che ha visto protagonisti assoluti i genitori.

Il fatto che per un intero lustro si sia ritenuto, da parte della sede centrale e della federazione, di insistere su tale iniziativa ne conferma l’importanza e la validità.

D’altronde questi convegni hanno costituito l’humus sul quale è nato il più importante convegno internazionale sulla pluridisabilità, svoltosi in Italia e precisamente in Assisi dopo l’anno 1987.

Solo logiche che poco hanno a che fare con un concetto oggettivamente solidaristico, maturate all’interno dell’Unione e della federazione, hanno interrotto un percorso che avrebbe potuto fornire opportunità notevoli alla causa dei ciechi pluriminorati e delle loro famiglie.

Come evidenziato in maniera reiterata in occasioni precedenti, in tema di pluriminorati stavano maturando concretamente tutte le condizioni per vedere realizzato il tanto evocato polo di eccellenza formativo e riabilitativo costituito dal Cresco e dall’Istituto Serafico.

Purtroppo la crisi incombente, ma soprattutto un orientamento ormai definitivo in termini federali del sistema del Welfare, hanno di fatto reso impossibile il raggiungimento dell’obiettivo di cui sopra.

Le regioni hanno in concreto stabilito che i fondi di cui hanno la disponibilità, destinati alla formazione di persone disabili (indipendentemente dalla qualità del servizio erogato), devono essere spesi all’interno del territorio di competenza; pertanto si è verificato quello che nessuno avrebbe voluto, e cioè che il Cresc si venisse a trovare senza utenti e quindi andasse rapidamente verso la chiusura, che si è effettivamente verificata il 31 agosto 2009 secondo la procedura prevista dallo statuto.

La chiusura del Cresc rappresenta certamente un momento assai negativo per la realtà non solo regionale.

Purtroppo si disperde un’esperienza estremamente significativa che nell’arco di 9 anni aveva portato il Centro a rappresentare un importante punto di riferimento nel campo dell’inserimento lavorativo dei soggetti ciechi pluriminorati.

Il livello qualitativo del personale, la capacità di interagire da parte dell’amministrazione con soggetti imprenditoriali privati e pubblici, la sperimentazione di laboratori anche innovativi, la capacità di pianificazione degli interventi formativi, hanno fortemente ed in breve tempo accresciuto la considerazione del Cresc da parte di istituti assai importanti nel panorama specifico nazionale la cui tradizione è ben maggiore di quella di un centro esistente da pochissimi anni.

Purtroppo, a quanto sopra riferito, va aggiunta una ulteriore tegola caduta, non certo sull’Unione Italiana dei Ciechi, ma sui pluriminorati in generale.

Infatti in maniera unilaterale, sconcertante ed incomprensibile, l’istituto Serafico ha ritenuto di dover troncare di netto i più che decennali rapporti con l’Unione, che pure tanti risultati positivi avevano prodotto.

La scelta dell’Istituto Serafico, che in ogni caso merita rispetto, va esattamente in una direzione opposta a quella che si renderebbe utile per affrontare in maniera seria e risolutiva le numerose questioni in piedi riguardanti la riabilitazione e la ricerca nel campo della disabilità.

Indipendentemente dall’Istituto Serafico, l’Unione Italiana dei Ciechi proseguirà il suo impegno volgendo lo sguardo presso realtà extraregionali e comunque interloquendo con tutti i soggetti autenticamente interessati a spendersi per la causa dei pluriminorati.

D’altronde si tratta di comprendere, visto che direttamente la proprietà del Serafico pare avere dei dubbi in proposito, se quella istituzione si occuperà ancora di ciechi pluriminorati.

L’obbligo di contenere il testo del presente documento costringe ad una sintesi che spesso non rende giustizia delle cose realizzate.

Tuttavia l’assemblea sempre attenta, ha avuto modo nel corso degli anni di ascoltare e discutere relazioni ampie che il consiglio ha ritenuto giusto sottoporre alla sua attenzione, relazioni discusse ed apprezzate anche dalle istituzioni e dalle autorità che in maniera massiccia hanno presenziato alle assemblee stesse.

Il fatto che i documenti assembleari siano stati approvati sempre all’unanimità è di grande conforto per la dirigenza, perché significa che la politica intrapresa è quella che la base desiderava e desidera.

In una situazione difficile come quella che si sta vivendo nel nostro paese, ma non solo, occorre che all’interno di un’Associazione come l’Unione viga una unità di intenti assoluta, perché il contrario significherebbe indebolire l’Associazione, ma soprattutto mettere a serio repentaglio la qualità di vita della categoria.

Ecco perché ogni tentativo di disgregazione, di localismi, di personalismi deve essere duramente contrastato; oggi come oggi non ci si può permettere di giocare con il destino della categoria e chi lo fa è bene che se ne assuma davanti al corpo associativo l’intera responsabilità.

Purtroppo, al di là delle positività sopra descritte, nel corso del quinquennio sono rimaste irrisolte due questioni: quella legata alla diminuzione del numero dei soci e quella legata al rapporto con il territorio.

Per tanti motivi le soluzioni sperimentate non hanno dato gli esiti attesi, tuttavia nell’ultimo periodo la disponibilità di alcune persone sparse sul territorio della provincia, potrebbe fornire nuove opportunità e soprattutto la costruzione di nuove ipotesi organizzative che potranno essere poste in essere nel caso che il corpo elettorale voglia garantire, mediante il consenso, una continuità politico-gestionale dell’Associazione.

Da ultimo il consiglio intende sottolineare come in un periodo di grande difficoltà economica, il che significa difficoltà nel reperire finanziamenti, la nostra Associazione abbia effettuato dal 2005 al 2009 spese in conto capitale pari ad euro 43.830,00.

Il dato appena fornito va considerato tenendo conto anche del risultato economico al 31 dicembre 2009 che facilmente farà comprendere come il metodo gestionale adottato abbia prodotto risultati fortemente positivi.

Proprio la capacità di resistere durante un periodo di crisi, sta a significare che dalla crisi un soggetto come l’Unione uscirà fortemente rafforzato.

In realtà molte associazioni hanno conosciuto il morso della crisi e quindi hanno dovuto ricorrere ad un forte ridimensionamento delle proprie attività; per l’Unione Italiana dei Ciechi, come si è visto in precedenza, è avvenuto esattamente il contrario.

Ciò ha fatto accrescere certamente la credibilità della nostra Associazione sia verso i ciechi, sia verso le istituzioni, le quali spesso sono rimaste meravigliate dalla capacità della nostra Associazione di far fronte a situazioni davvero estreme.

Cari amici, al termine di questa legislatura il consiglio uscente doverosamente ringrazia tutti coloro che hanno avuto fiducia nel suo operato e che, proprio in virtù di questa fiducia, ha potuto lavorare in maniera forte e determinata, certo di avere alle spalle un corpo associativo coeso, convinto e attento.

L’augurio è che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti possa proseguire nella nostra provincia la propria azione, volta ad affrontare le vecchie e le nuove questioni che rendono complicata la vita alle cosiddette “categorie marginali”.

Infatti, alla luce dei rivolgimenti socio-istituzionali dell’ultimo periodo, le frontiere del nuovo Welfare così come viene ipotizzato attualmente si allontanano, come si allontanano i traguardi che la nostra come altre associazioni si sono prefissate quali obiettivi di breve e medio termine.

E’ vero che si è abituati a percorsi in salita, esistono però salite di grado differente ed è in tutti noi la consapevolezza che la salita che attende la nostra categoria da qui in avanti è di massimo grado.

Per il Consiglio Sezionale, il presidente Dott. Giuliano Ciani