Convegno: dalle iniziative ai traguardi, alle perplessità.

Successivamente alla proposta di legge “Campa Palmieri” formulata circa un anno fa, molteplici iniziative sono nate nell’ambito del complesso sistema dell’accessibilita’ web.

Tali iniziative sono state anche sostenute dal gruppo Osi che ha cercato di mettere a disposizione le proprie conoscenze e le proprie disponibilita’ al servizio di questo progetto.

Per chi ancora non conosce l’O.S.I, sara’ utile un cenno di presentazione: Il Gruppo OSI è nato nella primavera del 2000, coordinato dalla Commissione OSI nominata dall’U.I.C. che si è impegnata fin dalla sua nascita alla promozione d’iniziative miranti all’accessibilita’ della rete web,da sempre considerata come trampolino di lancio per il notevole guadagno d’autonomia ed integrazione sociale del disabile.

In quest’ultimo anno, la Commissione Osi ha avuto l’opportunita’ di partecipare al Gruppo Di Lavoro organizzato dall’ABI (Associazione Banche Italiane) per richiesta della Commissione stessa.

Il GdL ha concluso i lavori lo scorso 17 Ottobre ed ha prodotto un documento che fornisce le linee guida a tutte le banche.

Per quanto e’ stato possibile seminare nel corso dell’anno che sta per terminare,si prevede in un prossimo futuro, la partecipazione dell’Osi al Gruppo di Lavoro organizzato da IWA Italia, che si occuperà dell’accessibilità dei siti privati non soggetti all’applicazione della legge in discussione; ancora, il Gruppo OSI, sarà impegnato ad analizzare siti d’E-commerce, teso ad ottenere un ulteriore prezioso contributo teso all’autonomia personale dei disabili.

Consideriamo questi, passi importanti compiuti a beneficio dell’accessibilita’, pur tuttavia sentiamo l’approfondirsi di una notevole lacuna al discorso dell’accessibilita’ e che e’rappresentata dal problema dei siti alternativi.

Premesso che, un sito accessibile è tale quando si riesce ad allestirlo per default,non è superfluo considerare che sta prendendo piede un concetto di sito accessibile per l’esistenza di una versione alternativa.

Alternativo può essere un sito parallelo completamente indipendente da quello ufficiale per contenuti e struttura e quindi il curatore del sito dovrà gestire sia i contenuti di quello ufficiale che di quello ufficioso. Questo e’ in teoria cio’ che permetterebbe al sito in origine di essere accessibile.

In realta’, il sito alternativo come in questo caso, raddoppia il costo dello stesso in termini di lavoro e tempo e viene spesso trascurato per l’aggiornamento rispetto al sito originario o quanto meno, e’ continuamente soggetto a questo pericolo.

Alternativo può essere un sito che organizza i contenuti delle sue pagine in maniera intelligente per cui saranno le pagine stesse ad organizzare i contenuti in base alle scelte degli utenti.

La sola versione alternativa deve consentire all’utente di usufruire con la massima personalizzazione la totalita’ dei contenuti proposti dal sito.

Non basta più saper scrivere documenti html, ma si necessita di personale che sia capace di programmare applicazioni per il web.

Per creare un sito alternativo adeguato, conveniente e intelligente, un sito alternativo i cui benefici giustificano i costi e rappresentino nel contempo l’integrazione sociale dei disabili c’e’ ancora strada da percorrere anche se i primi passi sono stati gia’ iniziati dal CNR di Firenze.

La strada che giunge all’accessibilita’ web, quindi, è arrivata ad un pericoloso bivio costruito dall’interpretazione non corretta del concetto d’accessibilita’ e che sta rischiando di ghettizzare, forse anche inconsapevolmente, i disabili nei siti alternativi, facendo scadere nel frattempo il concetto d’accessibilita’, d’integrazione e pari opportunita’ dei disabili fruitori della rete Web.

Giuseppe Fornaro e Nunziante Esposito
per la Commissione Osservatorio Siti Internet
dell'Unione Italiana Ciechi

commissioneosi@uiciechi.it http://www.uiciechi.it/osi/index.asp